I tatuaggi una volta dalle nostre parti, non molto tempo fa, erano rari a vedersi.
Quei pochi erano, in genere, appannaggio di marinai (lo aveva “braccio di ferro” (Popeye) fumetto creato da Elzie Crisler Segar) ed anche, si dice, di coloro che avevano avuto a che fare con l’ambiente della restrizione della libertà personale.
Il tatuaggio permanente è vietato dalla religione ebraica, musulmana e cattolica con Papa Adriano I nel 787 durante il Concilio di Nicea e tale veto venne ribadito da successive bolle papali.
Oggi il tatuaggio (il tatoo) sempre dalle nostre parti è invece diffusissimo come segno di deversità ma……
Oltre a ciò lo sapevate che:
secondo il German Federal Institute for Risk Assessment di Berlino,dati pubblicati dalla prestigiosa rivista scientifica Lancet, fino al 5% di chi si fa un tatuaggio contrae un'infezione batterica;
gli inchiostri per tatuaggi sono classificati alla stregua dei cosmetici, e quindi non richiedono i test a lungo termine perché in teoria sono utilizzati 'sopra' la pelle;
invece sono utilizzati ‘sotto’ la pelle poiché di fatto per tatuare si praticano delle microiniezioni;
in analogia ai farmaci, servirebbero regole strette sulla composizione dell'inchiostro e studi che ne determinino le possibili tossicità
che nulla si sa sulle conseguenze a lungo termine di questa pratica sulla salute?
E non c’è da riflettere neanche un poco?