C’è stato un periodo, peraltro non breve, della storia unitaria in cui il Paese ha dovuto fare “i conti” con la religione cattolica, rappresentata dallo stato vaticano. Si è trattato di una forma subdola d’ingerenza religione- politica. Questo tipo d’ingerenza è stato sempre e dovunque condannata dai veri laici. La rappresentazione scenica di questa ingerenza è raffigurata nei patti lateranensi, siglati prima da Benito Mussolini e, poi, aggiornati da Bettino Craxi.
Sarebbe ingiusto attribuire ai due capi di governo la responsabilità politica dei due patti, nei due successivi periodi, poiché il consenso sostanziale all’accordo, e va rilevato il termine sostanziale, fu dato dalla classe politica italiana nella sua interezza, tanto che, addirittura, nel 1948 i Patti furono riconosciuti costituzionalmente nell'articolo sette. Trattandosi, infine, di un accordo internazionale i patti non possono essere oggetto di referendum.
La parte politica cattolica è stata sempre facilmente individuabile dal popolo elettore perché riunita nella formazione politica della democrazia cristiana, di nome e non sempre di fatto. Per circa mezzo secolo, con i suoi distinguo, la DC ha rappresentato il partito di maggioranza relativa ed ha guidato, di fatto, sempre il paese dal dopoguerra fino alla fine della prima repubblica e del sistema elettorale proporzionale che incarnava.
Con la fine del sistema proporzionale e la scomparsa dei partiti tradizionali sono accadute molte cose ma una delle più importanti è stata la diaspora dei DC. Questi oggi operano sotto bandiere diverse, con diversi compagni di viaggio e lo stesso viaggio può avere rotte diverse pur anche per obiettivi diversi.
L’appoggio neanche troppo celato del vaticano alla lista del premier che “sale” ha rappresentato certamente uno strappo forte ed ha certamente messo “fuori gioco” le componenti DC operanti sotto bandiera diversa tanto che il premier che “sale” oggi chiede al Pd "una scelta". Nel PD alberga una componente non di secondo piano dell’ex sinistra DC, a cominciare dal presidente Rosy Bindi che per la sfida elettorale va in Calabria. Al premier che “sale” Pierluigi Bersani risponde “Nessuno tocchi il mio polo” che ricorda tanto la lega internazionale di cittadini e di parlamentari per l’abolizione della pena di morte nel mondo “nessuno tocchi caino”.
Vendola che rappresenta parte sostanziale dell’attuale PD di suo ha definito il premier uscente "liberista e bigotto".
La nebbia si alza.
La DC faceva sintesi fra cattolicesimo ed esigenze ecclesiali, poiché mentre il cattolicesimo nel suo ecumenismo non opera molti distinguo in tema di viaggi, di compagni di viaggio e di punti di arrivo, la struttura ecclesiale sì e rigidamente.
Ecco perché un’epoca è finita.