Siamo “strani” ma, in fin dei conti, sempre gli stessi.

Siamo “duttili”, cattolici ma non necessariamente praticanti, invece politicamente praticanti incorreggibili del detto popolare "O Franza o Spagna, purché se magna".... CONTINUA

Curzio Malaparte, ne “La Pelle”, mette in bocca a un ufficiale americano, colpito dalla numerosa popolazione plaudente, “ma dove sono i fascisti?” anticipando, così, uno spunto che sarà espresso, poi, diversamente, da Ernesto Galli della Loggia nel suo “Morte della Patria”.

E, all’epoca, si usciva fuori dal “ventennio”, cioè da un periodo in cui esisteva l’Etica dello Stato e del Partito, figuriamoci oggi, che, ufficialmente, è stata dichiarata la “morte” delle ideologie.

Solo la duttilità associata alla caduta, o forse alla mai raggiunta, soglia ideologica consapevole, RENZI Arringanteconsente, oggi, che sulla sedia che fu di Togliatti e Berlinguer possa sedere Matteo Renzi e che, questo è più grave, il segretario di quello fu il PCI si possa esprimere come fa, in sintonia con il sistema economico bancario, e nemmeno nazionale, piuttosto che con le esigenze delle masse come si diceva o, più modernamente, non sia, invece, l’interprete dello scontro tra l’alto e il basso, in Italia come in Europa come si dice.

Accanto alla duttilità c’è, probabilmente, un altro aspetto della frase di Malaparte “ma dove sono i fascisti” che va approfondito. Nella frase, infatti, parrebbe insito anche un altro concetto oltre al solo cambiare bandiera, che cioè siamo capaci di un cambiamento di massa che si aggiunge al fatto che ci piace l’uomo che arringa, che comanda, dalle decisioni concrete, immediate e forti, insomma irrevocabili, a prescindere i contenuti.

Ed è già successo molto recentemente con il milione di posti di lavoro e quant’altro.

Solo così si può comprendere, anche se sgomenti, la folla plaudente, sempre più numerosa che accoglie il Presidente del Consiglio ammiccante, scherzoso anche quando serioso recita il suo ultimo “ossimoro” lavorare in Italia con le condizioni “sanzioni” imposte dall’Europa per cambiare le stesse.

Sa solo lui cosa significa e, intanto, siamo a Pasqua e della riforma elettorale non c’è traccia.