C’è ancora qualcosa di quello che fu il PCI, di Togliatti, Berlinguer, Natta e poi Occhetto? O si è tutto disintegrato alla Bolognina, arenato, affondato inabissato con la gioiosa macchina da guerra inneggiata da Achille Occhetto?
E di via delle Botteghe oscure, minacciosa alternativa alla più gioiosa e domenicale Piazza del Gesù, cos’è rimasto? E dell’ultimo piano in cui si consumava il celebre amore clandestino tra l’anziano segretario e la giovane compagna emiliana?
E delle direzioni che dettavano la linea al partito, in tutte le sue articolazioni, e, poi, al sindacato e, indirettamente, aprivano la strada del dibattito politico nazionale cos’è rimasto?... CONTINUA
Cos’è rimasto della grande cultura, condivisibile o meno, del PCI, del grande movimento popolare, operaio e di massa?
Possibile che tutto sia oggi incarnato dal PD, nella sua “grande intesa” con la indistinta sinistra DC, in Renzi, l'accordo del Nazareno, pur con i mal di pancia dei vari Civati e Cuperlo, mentre ancora più a sinistra (si fa per dire ovviamente) l’orgoglio di Rossana Rossanda, Pintor, Magri, Valentino Parlato, Bertinotti viene portato avanti da figure pallide incarnate dai vari Vendola, Migliore, Ferrero per non parlare di Rizzo?
Nulla non c’è più nulla, tranne che naufraghi che annaspano prima di andare in fondo.
Nel Paese e per il Paese grande è la responsabilità del Berlusconismo ma più grande, molto più grande è stata ed è quella dei pronipoti di Togliatti tra complicità e incapacità.