Agli osservatori attenti non é sfuggito come ci sia stata recentemente una brusca “virata” nella caduta e nel varo dei governi italiani, dal momento che si è passati, per così dire, dalla liturgia “parlamentare” alla liturgia “quirinalizia” con tanto di gradimento del Capo dello Stato.
E ciò è tanto vero che alcuni parlano di “presidenzialismo strisciante”, cioè di un presidenzialismo che si realizza di fatto al di fuori di un vero provvedimento parlamentare di riforma dello Stato.
E questo senza sapere se, effettivamente, in Italia, il “popolo sovrano” voglia orientare lo Stato in senso Presidenziale, e, in tal caso, forse, per saperlo ci sarebbe da usare “opportunamente” lo strumento referendario come già si fece in occasione della scelta tra monarchia o repubblica....
Infatti molti ritengono che i risultati potrebbero essere analoghi a quelli avuti con l'avvento del “maggioritario” e, pertanto, sarebbe meglio tenersi il sistema bicamerale perfetto, come, forse, sarebbe stato meglio se ci fossimo tenuti il proporzionale, anche se con le sue giuste modifiche.
Ciò detto è inutile nasconderlo, nella storia repubblicana il “conferimento del mandato” ha sempre messo il Capo dello Stato in una posizione “dominante”, intesa almeno come “moral suation”, nei confronti del Premier designato quando, e ancorché, questi era espresso solo dalle forze politiche parlamentari.
C'é, ovviamente chi ha esercitata questa “prerogativa” di più e chi di meno, con maggiore o minore evidenza, ma, non nascondiamoci dietro un dito, questa c’è sempre stata.
Ora però se il Premier designato dal Presidente, ancora prima dell'iter delle legittime doverose consultazioni politiche, dice di essere pronto a ricevere suggerimenti e consigli per un nome di prestigio, dovremmo chiederci a quale suggeritore o consigliere fa riferimento.
Se per questi si intendono i raggruppamenti politici parlamentari la frase apparirebbe pleonastica, se fa riferimento a personaggi estranei alla politica parrebbe inquietante, se, infine, allude al Presidente allora, deve convenirsi, che si va bene oltre la consueta cosiddetta “moral suation” e Renzi, da Premier dimezzato, si appresterebbe a varare, ancorché il Presidente lo neghi, un governo del Presidente, in toto o in parte
Per trarre le conseguenze resta, pertanto, solo da vedere il suggeritore o il consigliere, l'entità del suggerimento e del consiglio, senza dimenticare il nome di prestigio, possibilmente senza bisogno di Alan Friedman e i suoi strani tempi.