Lucio Palombini.....Blog

Si è diffusa la notizia della scomparsa del Professore Luciano Fiore-Donati, nato all’Aquila nel 1921, formatosi in Anatomia Patologica a Bari.

Scuola BareseLa fotografia che, cortesemente, ha immesso in rete l’amico Eugenio Maiorano, al di la della mestizia della notizia, ha scatenato in me una tempesta di ricordi, perché, direttamente e indirettamente, ho partecipato alla storia dell’ istituto barese e a quella dei suoi membri, cui sono legato da vincoli di straordinaria amicizia non ultimo con il carissimo Giuseppe Maiorana che ebbe per me sempre, fino dall’epoca della mia frequentazione dell’istituto di Bari, e poi anche successivamente, grande simpatia che ricambiavo con grande sincerità.

Conoscevo poco, invece, il Professor Luciano Fiore-Donati, che, dalle note di cordoglio apprendo aveva “cooptato” nella disciplina il colto amico Marcello Filotico, da Manduria, poi diventato famoso ed eccellente faro di anatomia patologica in quel di Lecce.

Fiore-Donati ha firmato nel 1988 con il mio maestro il Professor Antonio Calì, con la collaborazione di molti altri Docenti di Anatomia Patologica, il manuale per studenti di medicina “Anatomia Patologica Generale e Applicata”, che, purtroppo, non ha avuto grande successo editoriale.

Luciano Fiore-Donati aveva seguito, nel 1965 a Padova, il suo direttore d’Istituto di Bari, Italo Rizzi, che apprendo era lo zio dell’amico Cesare Bordi, unitamente a Luigi Chieco-Bianchi e Natale Pennelli. Con quest’ultimo avrei, negli anni a venire, condiviso l’interesse per la citopatologia.

Accaddero due eventi che fanno comprendere la mia, presunta, appartenenza a questa storia.

Da Padova si mosse per Napoli, a quei tempi si usava, il Professor Mario Raso, che, come Italo Rizzi, era allievo del Professor Pietro Verga. Raso arrivò a Napoli, anch’egli, con molti allievi.

Questo "spoil system" creava sempre problemi, spesso drammi, talvolta vere tragedie. Il mio maestro il Professor Antonio Calì subì lo "spoil system" e, fortunosamente, di là dalle sue grandi doti e capacità, ne venne fuori anche grazie all’aiuto del preside dell’epoca Luigi Califano.

In conseguenza del trasferimento a Padova di Italo Rizzi la sede di Bari restò senza professore ordinario.

De Benedictis PhilmedicaVincenzo Barbera divenne Professore “incaricato” dell’insegnamento e aveva come aiuti due straordinarie personalità come Giuseppe De Benedictis, prematuramente scomparso, persona buona, didatticamente molto impegnato e filatelico, che, nel 1985, mi ha onorato del dono, con dedica autografa, del suo bellissimo e originalissimo libro della medicina attraverso i francobolli “Philmedica. Proposte di tematica medica”, e Lucio Pollice, ottimo docente e diagnosta, cui sono personalmente legato sia per la sua attuale consuetudine sia per aver lui fatto parte della commissione del mio “concorso” a cattedra e nel cui verbale spese, nei miei confronti, bellissime parole che ancora conservo.

Di entrambi mantengo il felice ricordo di una piacevole cena di festeggiamento all’indomani della conclusione del concorso in quel di Grottamare.

Il secondo motivo per cui ritengo di appartenere alla storia risiede nel fatto che scelsi Bari, fra pochi, all’epoca si andava a Parma, per conseguire la specialità in Anatomia Patologica. Mi piaceva il nome della specialità non “inquinato” dalla parola “tecniche di  laboratorio” e il mio “professore” mi spingeva dicendomi sempre “ a Bari sono bravi”.

Quando da Napoli arrivavo a Bari per onorare “formalmente” la frequenza al corso, oggi diremmo un “corso compatto” ante litteram, ero colpito da tre alfa romeo, tre “alfette” blu parcheggiate fuori dell’Istituto, tutte uguali e appartenenti ai tre professori, Barbera, De Benedictis e Pollice. A Bari, in un ambiente di grande signorilità e prestigio ho appreso alcuni segreti dell’istopatologia e non dimentico, a distanza di tanti anni, in periodo pre-immunoistochimica, la lezione che ricevetti su una lesione melanica e sul Fontana-Masson.

Il mio maestro Prof. Antonio Calì godeva nell’accademia di una certa autorevolezza e, all’indomani della sua “sistemazione” (in senso accademico), nelle nostre care conversazioni, mi disse che doveva essere aiutato Vincenzo Barbera e con lui la scuola di Bari.

Andò così.

Ci fu, poi, la prematura scomparsa di Giuseppe De Benedictis e con il Professore fummo tra coloro che gli resero omaggio.

Poi è storia recente……

La scomparsa di Fiore-Donati, oltre che per l’uomo, mi rattrista, oggi, anche perché segna che, invariabilmente, è finito il tempo di quell’anatomia patologica, delle scuole, delle loro storie intrecciate, spesso anche con terribili dissidi, ma anche con ampi gesti di generosità e di grandi amicizie.