Lucio Palombini.....Blog

Torniamo alla domanda iniziale: ma cos'è l'Anatomia Patologica?

 

 

Il termine Autopsia (dal greco ἀυτός, "stesso" e ὄψις, "vista) definisce quelle operazioni di ispezione esterna e di sezione del corpo, eseguite sul cadavere in genere dell'uomo (ma anche dell'animale).
Vesalio, Colombo, Malpighi, Valsalva, Weber, Sensata VeritasNel tempo il significato di questa parola è profondamente cambiato. Basti pensare al rituale religioso che praticavano i sacerdoti dell’antico Egitto per l’estrazione dei visceri nel processo della mummificazione, alle “incisioni” medioevali alla ricerca di ”improbabili” cause di morte ritenute non naturali come l’avvelenamento. Poi l’autopsia, con il progredire del sapere, si “attestò” come dissezione, cioè conoscenza di muscoli, ossa, vasi ed organi nonché dei loro rapporti anatomici. In questo periodo intensi furono gli incroci tra la dissezione e l’arte. Basti pensare che Michelangelo (1475-1564) ebbe rapporti strettissimi di amicizia e di lavoro con Realdo Colombo (1516-1559), professore di anatomia all'università di Padova successore di Vesalio, ed eseguì spesso dissezioni di cadaveri sia a Firenze, in gioventù, presso la cappella di Santo Spirito, sia, nell'età matura, a Roma, come attesta il suo contemporaneo e biografo Giorgio Vasari; così come Leonardo da Vinci (1452-1519) che tradusse le sue dirette esperienze di dissezione nelle splendide tavole anatomiche realizzate tra il 1485 e il 1515 e conservate nella Biblioteca Reale di Windsor, al punto che Leonardo può a buon diritto essere considerato il fondatore dell’anatomia, unitamente almeno al belga Andrea Vesalio (1514-1564), la cui opera “De humani corporis fabrica” è del 1543. Nonostante la progressiva diffusione dell’attività settoria questa non sembra cogliere, in questa fase, “ufficialmente” le lesioni degli organi. Solo ufficialmente però perché l’ansia di sapere arricchisce le dissezioni anche di annotazioni anatomo-patologiche. Infatti non solo Marcello Malpighi (1628-1694), anatomico in Bologna, appuntava le lesioni degli organi in un quaderno, ma anche il di lui allievo Antonio Maria Valsalva (1666-1723) aveva questa abitudine che viene riferita dal suo allievo Giovanni Battista Morgagni (1682-1771). Meno nota è il “De abditis nonnullis ac mirandis morborum et sanationum causis” (pubblicato dopo la morte nel 1507) Benivieni Antoniodel fiorentino Antonio Benivieni (l443-l502) che precorre, e non di poco, non solo le annotazioni di Malpighi e Valsalva ma anche l’opera di Morgagni, come ben ricordato da Giorgio Weber (1923-), ordinario di anatomia patologica in Siena, nel suo colto ed elegante volume “Sensata Veritas L'affiorare dell'anatomia patologica, ancora innominata, in scritti d'anatomisti del '500”. Ma è comunque con Morgagni che i tempi sono oramai diventati maturi.

(continua 2)