Lucio Palombini.....Blog

Per la prima volta mi sono imbattuto nel nome di Angelo Maffucci negli anni ’70, dopo la mia laurea, quando il Prof. Antonio Calì, mio maestro, mi chiese di trovargli un lavoro scientifico, in Clinica Chirurgica, lavoro che, a sua volta, gli aveva richiesto dagli Stati Uniti il suo amico Andrew Huvos istopatologo ungherese in NY che, all’epoca, stava scrivendo il suo magnifico libro Bone Tumors: Diagnosis, Treatment, and Prognosis. Il lavoro era pubblicato a nome A. Maffucci nientemeno sulla prestigiosa rivista Movimento medico-chirurgico di Napoli del 1881 e trattava “Di un caso encondroma ed angioma multiplo”.

Era d’estate, o quasi, quella mattina indossavo un elegante completo blu di cotone. Trovai il lavoro, con non poche difficoltà, ma uscii dalla biblioteca della clinica chirurgica come se avessi fatto una doccia di borotalco.

Andrew Huvos, negli anni a venire, si fece raccontare questa storia più volte.

Angelo MaffucciAngelo Maffucci (1847-1903), da Calitri (Av), medico nel 1872, divenne, negli immediati anni successivi, coadiutore e preparatore capo nell'istituto di Anatomia Patologica dell’Università degli Studi Napoli diretto da Otto von Schrön (1837-1917), nel contempo esercitò, come nei tempi, la chirurgia nell'ospedale di S. Maria del Popolo, detto degli Incurabili.

Nel 1882 divenne direttore prima dell’istituto di Anatomia Patologica dell'Università di Catania e, poi, tre anni dopo, dal 1885 di quello di Pisa. Quivi organizzò l’Istituto, di prima istituzione,  e con notevole modernità, dimostrando che la pedagogia non è scienza moderna come vorrebbero gli attuali pedagoghi, divise l'insegnamento in un corso teorico, "Istituzioni di Anatomia Patologica", e in una parte pratica, basata, piuttosto che su lezioni “frontali”, su dimostrazioni ed esercitazioni autoptiche e istopatologiche. A Pisa fu personalità indiscussa e divenne anche preside della Facoltà. E’ stato Accademico dei Lincei.

Maffucci oltre che docente fu un notevole ricercatore anche tecnicamente molto avanzato. Basti pensare, contestualizzandolo nel suo tempo, al modello sperimentale del “sistema chiuso” dell’embrione di pollo su cui incentrò gran parte della sua ricerca sperimentale.

Le sue originali ricerche sul bacillo tubercolare lo portarono a rivaleggiare, a ragione e non a torto, con Robert Koch che pur lo volle alla vicepresidenza del congresso svoltosi nel 1890 a Berlino.

Maffucci's SyndromeMa Angelo Maffucci lega tutt’oggi il suo nome al lavoro del 1881 che procurai ad Andrew Huvos (A. Maffucci: Di un caso encondroma ed angioma multiplo. Contribuzione alla genesi embrionale dei tumori. Movimento medico-chirurgico, Napoli, 1881, 3: 399-412 and 565-575).

La descrizione anatomo-clinica del Maffucci dal 1941 prende il nome di Maffucci’s Syndrome.

Si tratta di “displasia” mesodermale non ereditaria, rara (meno di 200 casi a tutt’oggi) con tumori cartilaginei (encondromi) la cui trasformazione maligna viene stimata in circa il 15-30% dei casi mentre, più frequentemente, possono causare deformità ed asimmetria. Le lesioni scheletriche sono associate ad angiomi cavernosi della cute e viscerali. Se nella cute spesso sporgono come morbidi noduli bluastri.

La Maffucci’s Syndrome è da tenere distinta dalla Ollier’s Disease, anch’essa rara, che ha la stessa presentazione clinica con l’eccezione delle manifestazioni cutanee (angiomi e pigmentazione).

Angelo Maffucci ebbe origini semplici, se non modeste, e conservò fino alla fine queste nobili stigmate. Contratta una forma malarica morì a Pisa il 24-11-1903, a solo cinquantasei anni.