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ANNAMARIA CANCELLIERI E UNA STORIA DI PATOLOGICA NORMALITA’

Cancellieri AnnamariaIl guardasigilli Annamaria Cancellieri è in queste ore protagonista di una storia di straordinaria, patologica normalità.

Il guardasigilli,  sollecitata dalla famiglia Ligresti, avrebbe allertato le autorità competenti per un provvedimento “a tutela della salute” della detenuta Giulia Maria Ligresti, figlia di Salvatore, arrestata con tutta la famiglia con l’accusa di false comunicazioni sociali in una complessa vicenda della Fondiaria SAI. La Procura di Torino assicura che Giulia Maria Ligresti è stata scarcerata con provvedimento autonomo e non per l’intervento del ministro Cancellieri.

Però, come chiosa, Michele Brambilla su LA STAMPA  “la storia non è bella”, e da nessun angolo la si guardi....

Il dato incontrovertibile è che il guardasigilli la telefonata in favore di Giulia Maria Ligresti l’ha fatta senza alcun dubbio. Poi si dirà che l’amministrazione penitenziaria aveva già agito autonomamente e precedentemente, ma resta la telefonata.

Si dirà anche che Annamaria Cancellieri ha a cuore la condizione di tutti carcerati e di questo genere di interessamenti ne ha avuto molti altri.

Il fatto è che quella telefonata è del tutto diversa perché in favore di Giulia Maria Ligresti agli arresti per la complessa vicenda della FONSAI società che aveva avuto il tempo di liquidare il figlio del Guardasigilli con cifre non da “spending review” ma da capogiro in termini di costo beneficio, per quanto bravo.

Di questa bravura pare non ne fosse tanto convinta la stessa Giulia Maria Ligresti che, nei suoi confronti, si esprime, nelle intercettazioni, in termini non proprio entusiastici e, soprattutto, non proprio amichevoli.

Puerile e in certo qual modo arrogante è il voler ricondurre una storia di “normale patologico abuso” ad una manovra politica contro la persona del guardasigilli, e, addirittura evocare il famoso metodo Boffo e, addirittura azzardato, come fa Sansonetti volere attribuire l’attacco alla Cancellieri da forze contrarie all’amnistia e all’indulto.

La classe politico affaristica del potere ha immediatamente fatto “quadrato” intorno al guardasigilli ritenendola, probabilmente, a sé più funzionale di quanto non fossere due altri esponenti del governo Letta, entrambe donne, lasciate sole e scaricate in pasto all’opinione pubblica senza se e senza ma: Josefa Idem fatta dimettere per una vicenda di Imu non pagata e una presunta elusione fiscale, e, pure anche, Michaela Biancofiore, anch'ella sottosegretaria delle Pari opportunità del governo Letta, fatta dimettere per un'inopportuna quanto infelice frase sull'omosessualità («gay si autoghettizzano da soli»).

Suvvia Annamaria Cancellieri faccia con normalità ciò che il Paese normale si aspetta da lei: senza se e senza ma.

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