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LA “MUTAZIONE” DEL CEINGE

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La Scuola di Medicina, una volta Facoltà di Medicina e Chirurgia, ed il Policlinico ad essa annesso, occupavano ed occupano circa 44 ettari di proprietà dell’Università Federico II, una sorta di “campus” universitario rappresentata, sostanzialmente, da 20 Edifici sede delle attività istituzionali, incastonato tra l’Azienda Ospedaliera Cardarelli e quella dei colli rappresentata dal Monaldi e dal Cotugno, nei quartieri Arenella e Stella di Napoli.

Nell’insieme costituiscono la “zona ospedaliera” fonte perenne di inconcludenti discussioni politiche e tecnico organizzative sanitarie.

Nel “campus” Federico II insiste anche il CEINGE (Centro di Ingegneria Genetica) una società consortile attualmente costituita da Regione, Università e Camera di Commercio di Napoli, avendo, negli anni, passato la mano il Comune di Napoli e la Città Metropolitana....

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SI FA PRESTO A DIRE “TUMORE A CELLULE GIGANTI”.

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Si è letto sulla stampa napoletana, con molto risalto, di un’elegante ricerca “tecnica” regionale pubblicata su un’autorevole rivista internazionale (The American Journal of Human Genetics 98, 275–286, February 4, 2016) circa un gene, indicato con ZNF687, quale possibile responsabile della degenerazione neoplastica (tumore a cellule giganti) associata alla malattia ossea di Paget e, addirittura, come, con l’attuale “scoperta” si possa fare “prevenzione” in tal senso.......

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IL J’ACCUSE DI SANTANGELO

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Il mio amico e collega Mario Santangelo esprime nell’opinione, pubblicata da IL MATTINO di Napoli, “Reparti chiusi, valutare le responsabilità dei manager e dei politici” un j’accuse complessivo alla organizzazione sanitaria regionale chiamando in causa politici, manager e medici, soprattutto universitari.

Premesso che colpisce che quest’articolo non abbia avuto seguito, si tratta di un giudizio per grandi linee condivisibile, ma concettualmente non nuovo.

La novità è certamente che il j’accuse viene fatto da uno non è stato proprio del tutto estraneo al problema.... CONTINUA

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IL POLICLINICO FEDERICIANO ….. SANTACHIARA… PERENNE

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pubblicato in data 8 Dicembre 2013 da Napoli.com

 

Sono tornati.

Quello messo a segno la notte tra sabato e domenica scorsi, ai danni dell’Azienda Policlinico Policlinico Federico II NapoliFederico II, non è il primo ma il terzo furto milionario di questo genere, dopo Aprile e Luglio, mentre, invece, innumerevoli, e di altra, varia natura, sono quelli che, negli anni sono stati perpetrati a danno di singoli docenti, personale tecnico-amministrativo, istituti o dipartimenti.

Per restare nell’argomento della natura dell’ultimo furto, complessivamente, da aprile ad oggi, il bottino ammonta a circa cinque milioni di euro.

Non proprio noccioline, direbbe qualcuno....

Taggati su: Medicina Federico II
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Recentemente mi sono chiesto della  “bizzarria” insita in quel progetto di volere trasferire un complesso ospedaliero universitario, di costruzione relativamente recente, in un altro, tutto da Policlinico Federico IIcostruire, a Scampia e del perché, piuttosto, non si mettano allo studio soluzioni che possano permettere l’utilizzo ottimale delle strutture edilizie già esistenti

Per molti “addetti ai lavori”, soprattutto fra quelli che si scambiano “idee” nei week end, il costo della “neocostruzione” sarebbe aggirabile con la parola magica della Finanza di Progetto (Financial Project) che in Italia, se in altri settori (trasporti) ha dato ottimi risultati, in Sanità è stata quasi sempre un fallimento.

Così, quale prova concreta, basti pensare all’Ospedale del Mare e all’Ospedale Leonardo Bianchi che rappresentano, appunto, la testimonianza del fallimento della finanza di progetto in Sanità nella nostra Regione.

Aggiungo oggi che andrebbe valutata anche quell’aspetto non secondario insito nel progetto politico a volere trasferire il Policlinico Federiciano da dove attualmente insiste presso zone ultraperiferiche, quasi a volerne favorire l’inaccessibilità o, quantomeno, a scoraggiarla.

Maria Triassi, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dello stesso Ateneo Federico II in un articolo pubblicato su IL MATTINO non solo condivide le mie perplessità ma ne aggiunge altre …..

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QUELLA PERENNE RAPPRESENTAZIONE DEL MITO DI ICARO

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Serenamente e seriamente andrebbe fatta chiarezza sul perché quelle che, una volta, erano le strutture assistenziali Policlinicoconnesse alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi Napoli Federico II che, oggi, costituiscono l’Azienda Ospedaliera Federico II, siano andate tanto rapidamente in declino, dopo un rapido, importante, ma del tutto fugace momento di grande ascesa.

Le cause del declino delle strutture clinico assistenziali sono molteplici e la decadenza non riguarda solo il più evidente aspetto edilizio e organizzativo, ma, purtroppo, coinvolge anche, e soprattutto, escluse alcune, rare eccellenze, la vera e propria proposta diagnostica dei servizi centrali e quella clinica delle vere e proprie attività mediche e chirurgiche, sia generali che specialistiche.

Da un indagine compiuta da Repubblica utilizzando i dati Agenas, l'agenzia nazionale per i servizi sanitari delle Regioni, di 1.440 ospedali pubblici e convenzionati italiani, classificati in base ad alcuni indicatori fondamentali l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II risulta l’ospedale peggiore d’Italia preceduto dall’Azienda ospedaliera G. Martino di Messina, dal Monaldi di Napoli, dal San Filippo Neri di Roma e anche dall’Azienda universitaria Policlinico di Napoli (seconda Università).

Una sorta di en plein per la Regione Campania che si dirà è commissariata e pure senza assessore.

Finelli LuigiQuesti dati in un’Accademia normale e in una Regione normale avrebbero dato adito almeno ad un dibattito, ad una interrogazione regionale, ad una seduta ad hoc degli Organi di Governo Universitario e, invece, sono passati tra la colpevole indifferenza generale.

Luigi Finelli, chirurgo, Professore Aggregato Universitario, già consigliere di Amministrazione dell’Università Federico II, il giovedì 17 Ottobre ha scritto per “la Repubblica Napoli”, il suo punto di vista sul declino sanitario dell’Università Federico II di Napoli che di seguito riporto ….

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In Spagna il grattacielo «InTempo», nel comune di Benidorm, un edificio di 20 piani, poi diventati Grattacielo In Tempo Benindorm Edificio-20 Università Napoli47, costruzione è avveniristica, un gioiello architettonico: è costituita da due torri gemelle di 200 metri d'altezza, unite in cima da un cono capovolto. i progettisti si sono dimenticati solo di una cosa: dell'ascensore. E pare che non sia l'unica pecca....

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La collega Rosa Carrano, con riferimento alla drammatica mancanza di donazione di rene, afferma, prima sul Corriere del Mezzogiorno e poi anche su Il Mattino, che “In Campania e al Sud Italia in generale c'è purtroppo un problema di tipo culturale, c'è il culto del corpo e della sua conservazione anche da morto”.

Quest’affermazione è, probabilmente, vera ma, forse, è troppo facile liquidare un argomento tanto complesso e diffuso attribuendo le cause del fenomeno solo alla poca cultura se non, addirittura, alla sottocultura egoistica dei possibili donatori o dei loro congiunti.

Da noi, verità, andrebbe ammesso che, al di fuori di quella confessionale, non c’è, in generale, la cultura del post-mortem.

Tale affermazione può essere facilmente verificata osservando lo scandalo della manutenzione dei cimiteri, peraltro anche privi da sempre della civile possibilità della cremazione, gli atti di vandalismo cui sono oggetto, ma anche le condizioni delle sale mortuarie delle nostre strutture sanitarie e, infine, costatando anche che questa cultura della fine manca nella formazione medica universitaria della nostra città.

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QUEL PRANZO LEPETIT 1968

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Dopo la laurea la casa Farmaceutica LEPETIT invitò i laureati della sessione estiva a visitare i propri stabilimenti a Torre Annunziata. Fu una "bella giornata" vissuta da "dottori" e durante la cerimonia l'amministrazione della Ditta regalò a ciascuno di noi una bella borsa da visita medica comprensiva di fonendoscopio e sfigmomanometro. Il tutto finì con un pranzo in un rinomatissimo (per l'epoca) ristorante della zona.

Fu soprattutto uno stare insieme di "colleghi" di studio che, di li a poco si sarebbero divisi e avrebbero affrontato il proprio destino.  L'amico Andrea Di Lieto me le ha inviate, in realtà le conservo anche io, e recentemente una me l'ha inviata la collega Maria Rosaria Capuano che era della compagnia e che ho recentemente rivisto, le pubblico nella speranza che qualcuno si riconosca e chissà si possa rifare il pranzo.

PRANZO LEPETIT 1968

Taggati su: Medicina Federico II
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Si sono voluti celebrare, per volontà di pochi, i 40 anni della facoltà di Medicina Federiciana.

Facoltà Logo 40 anniQuesto evento ha ricevuto critiche interne (sommesse) ma anche una pubblica riportata dalla stampa.

In quest'ultima, nella sostanza, al di là di molte sfaccettature, si sostiene che la “logica” della nascita della seconda Facoltà di Medicina e del Policlinico ad essa connesso comportò, di fatto, il prevalere “politico” (a prescindere, quindi, la qualità) delle attività di “diagnosi e cura”, ed il conseguente reclutamento ad esse connesso, su quelle più squisitamente universitarie quali la “didattica e la ricerca”.

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