pubblicato in data 8 Dicembre 2013 da Napoli.com

Sono tornati.

Quello messo a segno la notte tra sabato e domenica scorsi, ai danni dell’Azienda Policlinico Federico II, non è il primo ma il terzo furto milionario di questo genere, dopo Aprile e Luglio, mentre, invece, innumerevoli, e di altra, varia natura, sono quelli che, negli anni sono stati perpetrati a danno di singoli docenti, personale tecnico-amministrativo, istituti o dipartimenti.

Per restare nell’argomento della natura dell’ultimo furto, complessivamente, da aprile ad oggi, il bottino ammonta a circa cinque milioni di euro.

Non proprio noccioline, direbbe qualcuno....

Il “fattaccio”, classicamente, è avvenuto nel week end e, si legge, proprio e direttamente nientemeno che nella cella frigorifero della Farmacia Centralizzata del Policlinico federiciano, il tutto molto semplicemente, forzando una cancellata, effettuando un buco di circa un metro, spostando mobili, caricando la refurtiva, tutte operazioni certo non proprio silenziose, beffandosi, inoltre, della videosorveglianza e, addirittura, della guardia giurata, noncuranti, infine, del fatto che, di fronte, c’è il servizio di sala mortuaria comunale “presidiato” 24/24 ore.

C’è poi da ritenere che, i buontemponi, caricato indisturbati il “grisbi” siano andati via con degli automezzi, almeno uno,  per superare la vigilanza posta ai varchi in uscita, perché è impensabile, non portando via proprio un orologio da polso, la fuga nei campi o a piedi nei viali.

Roba, insomma, da Fast and Furious.

Le caratteristiche merceologiche del costoso e prezioso materiale che è poi diventato refurtiva non lasciano spazio ad ipotesi diverse da quella del furto su commissione, come non ci sono dubbi che il furto stesso abbia avuto, con probabile certezza, un basista all’interno della struttura universitaria.

Un proverbio napoletano molto noto e molto citato recita “Dopp'arrubbato, a Santa Chiara mettene 'e porte 'e fierro”.

Quelle messe in opera dall’Azienda Federico II, dopo Aprile e Luglio, alla luce dei fatti odierni sono apparse tutt’altro che di ferro, e, ad essere benevoli, erano sempre di legno, forse solo un poco più robusto del precedente.

Ma da noi si possono mettere veramente porte di ferro o danno fastidio?