Il 10 giugno 2001, domenica, penultima giornata di campionato, il Napoli pareggiò in casa con la Roma, mentre il Parma di Tanzi Callisto, grande amico di Corrado Ferlaino, perdeva 1-2 in casa con il Verona.
Fu una partita strana. Ma con quella vittoria il Verona scavalcò il Napoli e lo condannò alla retrocessione in Serie B. Da cui il declino.
Tutta l'Italia sapeva che il Verona era, per così dire, una succursale del Parma tranne chi di dovere che lo avrebbe dovuto impedire e, in ogni caso, punire.
Poi si parla dei contrasti delle tifoserie.
Chi doveva, doveva avere e mostrare coraggio.
Ma come si sa il coraggio chi non ce l’ha non se lo può dare.
Il presidente del Catania calcio Antonio Pulvirenti, parlando del presidente della Juventus, Andrea Agnelli ha avuto modo di dire "E' sembrata più che altro una zitella isterica, in crisi di astinenza".
E se i suoi dipendenti, pagati, peraltro, antistoricamente, da Giuseppe Marotta, con le sue dichiarazioni, e l'allenatore Antonio Conte, con suoi comportamenti nel post partita di Juventus Genoa avessero fatto scuola dal presidente?
Il vero fatto, tuttavia, è che per molto meno, vedi Pandev prima e Mazzarri poi nella finale della supercoppa a Pechino, vengono prese sanzioni sia in corso di gara che dalla (in)giustizia sportiva successivamente.
Come nella vita la giustizia è (in)uguale per tutti.
A chi di dovere, coraggio, un po di dignità!
Immaginereste mai un’attività sportiva non regolamentata dalla “durata” certa della gara?
Ebbene lo è il calcio che non sente il bisogno del “tempo di gioco effettivo” di contenere la gara nel tempo cioè in cui la palla è effettivamente giocata, con un cronometrista, come, ad esempio, nel basket o nella palla a nuoto.
Sarebbe l’addio alle perdite di tempo di qualunque origine, come due palloni in campo, raccattapalle che indugiano, e poi si potrebbe consentire qualunque tipo di soccorso anche per infortuni platealmente falsi, tanto il cronometro à fermo. Si troverebbe, addirittura, anche un ruolo effettivo e dignitoso per il quarto uomo, oggi impegnato solo a sollevare le tavolette luminose dei cambi e del recupero, a separare gli allenatori, segnalare le loro intemperanze, e a evitare che “evadino” dalla gabbia virtuale del rettangolo di competenza e ad altre amenità.
Immaginereste mai un’attività sportiva il cui “schieramento” può essere condizionato per provvedimenti disciplinari dalle precedenti gare?
Ebbene il calcio può costringere a schierare una formazione “monca” non per scelta tecnica ma in conseguenza di sanzioni regolamentari per provvedimenti disciplinari a loro volta di natura diversa avvenuti in gare precedenti, alla faccia della regolarità del campionato, del pubblico e dello spettacolo.