Il presidente del Consiglio, il chiacchierone di Firenze, avrà, come ha, mille difetti e fra questi, certamente l’essere andato a New York per assistere ad una vittoria italiana vinta .. in partenza, non come il “partigiano“ presidente Sandro Pertini che nel 1982 andò si a vedere la finale del Mundial di calcio ma di fronte alla nazionale italiana c’era nientemeno che la Germania e il risultato era tutt’altro che scontato....
…. la più bella città de le marine …
… così Aleardo Aleardi (1812-1878) definisce Napoli nella sua triste e romantica poesia, Corradino di Svevia, in cui ripercorre la morte del giovane sovrano, il trionfo degli Angiò, la fine del ghibellinismo nel meridione e la premessa dell’avvento degli Aragonesi.
Via Caracciolo, Francesco Caracciolo, dal nome dell’ammiraglio napoletano brutalmente impiccato nel ‘99 e fatto gettare, poi, in mare dall’ammiraglio inglese Horatio Nelson, con via Nazario Sauro, via Partenope e via Acton, è quella parte del lungomare che fiancheggia la villa comunale, già “Real Passeggio” appunto … de … la più bella de le marine.... CONTINUA
Oggi sul blog che cancella i post di poco successo appare un nuovo articolo del “tifoso accademico”, ripreso da blog specializzati, che, finalmente, dovrei dire, si accorge che a dispetto di tanti esperti, commentatori, procuratori e “criticoni” che il vero fenomeno del Napoli è Hamsik (Peccato Napoli, in pochi si accorgono di Hamsik: l'unico fuoriclasse).
Guido è bravo ed esperto quindi sono felice che ricalca il mio post “AMMETTIAMOLO IL VERO FENOMENO RESTA HAMSIK” solo del 5 Aprile scorso.
L’importante è essere prima o poi condivisi.
Non molto tempo fa, settembre 2012, non in un altro Pese ma in Italia, il Tribunale di Milano, giudice Damiano Spera, ha stabilito che l’Inter e Telecom Italia devono riconoscere un milione di euro a Christian Vieri, difeso dall'avvocato Danilo Buongiorno, per un’attività di “dossieraggio” ai suoi danni.
In tale occasione, l'ex capo della sicurezza Telecom, Giuliano Tavaroli ha detto che Moratti, di persona, gli chiese di indagare su Vieri, che peraltro, a suo dire, non fu l'unico calciatore dell'Inter a essere spiato ….
Quando le cose erano, forse, più serie, il campionato di calcio era, con la funzione religiosa, il rito domenicale che si celebrava all’unisono, nel senso che tutte le partite cominciavano alla stessa ora e nelle ultime tre giornate erano in epoca precell, addirittura, anche proibite le trasmissioni radio per non influenzare i risultati.
Poi vennero i primi antipici per la nazionale ovvero per quella, e dico quella e solo per quella, squadra di club impegnata nella, e dico nella, coppa.
Il campionato di calcio di serie A era una sorta di gioco ad asso piglia tutto. C’era una squadra chi vinceva lo scudetto e altre retrocedevano.
Non c’era il podio. Al di fuori della prima e delle ultime ciò che restava era argomento, quasi inutile, degli almanacchi.
Quando del 55-56 nacque la Coppa dei Campioni, la manifestazione era riservata esclusivamente alle squadre vincitrici del torneo nazionale.
Era sempre il gioco dell’asso pigliatutto: gli altri restavano a guardare, seconda, terza, quarta posizione era sempre e sola roba di almanacco. Era come perdere la partita dopo aver preso due pali e subito un autogol. Di fatto la partita era stata persa.
Le delegazioni delle due squadre di calcio della capitale, la Roma e la Lazio, in occasione del "derby" extracampionato, aggiuntivo per così dire, cioè di quello che assegnerà la Coppa Italia, si sono recate a rendere doveroso omaggio al presidente della Repubblica.
Una volta questo genere di richiesta, e il relativo ricevimento, si verificava in occasione di eventi di ben altro spessore, se non proprio per vittorie nazionali o internazionali, almeno in occasione di campionati del mondo, olimpiadi. Oggi il presidente, e recentemente anche il Santo Padre, riceve anche per meno. Così va il mondo direbbe Manzoni.
Nel suo saluto il presidente Giorgio Napolitano ha affermato "Il razzismo è il degrado del costume civile. La faziosità becera va spazzata dagli stadi come dalla politica"...
Non so se risponde a verità la circostanza per la quale Marco Verratti, il talentuoso playmaker del Pescara dei miracoli di Zeman ed oggi apprezzato giocatore del PSG e seguito anche dal Real Madrid, acquistato di fatto nell'estate del 2012 dal Napoli, rifiutò la società partenopea su (giusto) consiglio del suo manager, Donato Di Campli, nel timore che, a causa dell'allenatore Walter Mazzarri, avrebbe giocato poco o niente, facendo la fine di Luca Cigarini....
Il 19 Maggio è stato rieletto plebiscitariamente alla presidenza del Reale Yacht Club Canottieri Savoia (R.Y.C.C. SAVOIA), antico e prestigioso circolo nautico di Napoli, fondato nel 1893 con il nome Circolo Canottieri Sebezia, l'amatissimo super presidente (Giuseppe)Pippo Dalla Vecchia.
"Il monarca del mare che stringe la mano a principi e operai" (Angelo Carotenuto); "L' ultimo dei Borbone" (Mimmo Carratelli) condurrà quindi ancora nei prossimi anni l'elegante sodalizio che internazionalmente viene ammirato e invidiato.
Auguri di cuore Presidente.
Che ciclo ha finito Mazzarri?
Una coppetta Italia e piazzamenti che, obiettivamente, hanno permesso alla società di partecipare alle Coppe Europee per tre anni consecutivi, di cui la sfilata in Europe League è stata semplicemente indecente, come l’eliminazione dalla coppetta Italia di quest’anno.
Il ciclo si chiude dopo avere vinto, anche senza arrivare alla tripletta dell’Inter e di Jose Mourinho.
Nel bellissimo film di Peter Weir del 1989 “L’attimo Fuggente” (Titolo originale Dead Poets Society), il professore John Keating (Robin Williams) salito in piedi sulla cattedra chiede ai suoi alunni: “Perché sono salito quassù? Chi indovina?” e loro “Per sentirsi alto” “No” risponde il professore Keating “Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva”.
Perché mai ricordo il film di Peter Weir? Quale attualità ha richiamato i personaggi, gli attori e le frasi dall'ippocampo, da quell'area profonda del cervello raffigurata nelle tavole di anatomia con la forma di un cavalluccio marino dove da tempo erano accuratamente riposte?
Recentemente mi sono soffermato sulla vicenda del Napoli (calcio) e del suo allenatore (Walter Mazzarri). Come molti sono (ero) portato ad attribuire all’allenatore molte (tutte) le responsabilità del non volere rinnovare il suo contratto (milionario- parlo di euro-), del non volere continuare ad accudire al “progetto”, fino a sfiorare, addirittura, il concetto del tradimento, dell’irriconoscenza e quant’altro e sollecitare, appunto, il presidente a prendersi(ci) lo “sfizzio” di non rinnovargli il contratto (anche qualora l’allenatore avesse voluto).
Perdonate ma, nel Napoli “attuale”, a mio parere, il vero "fenomeno" resta Marek Hamsik, "Marekiaro" per i suoi tifosi, fra cui mi annovero.
Se si scorre la classifica dei marcatori di tutti i tempi Hamsik si colloca al decimo posto con 67 reti, a soli tre goal da Cané e Vinicio e, addirittura, a solo sette dal sempre elogiato Beppe Savoldi, e ha anche solo trenta gol in meno dell’altro osannato "fenomeno" Edinson Cavani detto Matador.
Senza tenere conto dei suoi assist.
Chi doveva, doveva avere e mostrare coraggio.
Ma come si sa il coraggio chi non ce l’ha non se lo può dare.
Il presidente del Catania calcio Antonio Pulvirenti, parlando del presidente della Juventus, Andrea Agnelli ha avuto modo di dire "E' sembrata più che altro una zitella isterica, in crisi di astinenza".
E se i suoi dipendenti, pagati, peraltro, antistoricamente, da Giuseppe Marotta, con le sue dichiarazioni, e l'allenatore Antonio Conte, con suoi comportamenti nel post partita di Juventus Genoa avessero fatto scuola dal presidente?
Il vero fatto, tuttavia, è che per molto meno, vedi Pandev prima e Mazzarri poi nella finale della supercoppa a Pechino, vengono prese sanzioni sia in corso di gara che dalla (in)giustizia sportiva successivamente.
Come nella vita la giustizia è (in)uguale per tutti.
A chi di dovere, coraggio, un po di dignità!
«…… il Napoli… quando me li trovo di fronte scatta qualcosa»
Così pare abbia risposto alla domanda quale calciatore (quale collega) gli fosse più antipatico Claudio Marchisio, calciatore, (pedatore direbbe Brera), 27 anni, bandiera della Juventus soprannominato, per la sua spiccata eleganza nel vestire, «piccolo Lord» o «principino»....
Immaginereste mai un’attività sportiva non regolamentata dalla “durata” certa della gara?
Ebbene lo è il calcio che non sente il bisogno del “tempo di gioco effettivo” di contenere la gara nel tempo cioè in cui la palla è effettivamente giocata, con un cronometrista, come, ad esempio, nel basket o nella palla a nuoto.
Sarebbe l’addio alle perdite di tempo di qualunque origine, come due palloni in campo, raccattapalle che indugiano, e poi si potrebbe consentire qualunque tipo di soccorso anche per infortuni platealmente falsi, tanto il cronometro à fermo. Si troverebbe, addirittura, anche un ruolo effettivo e dignitoso per il quarto uomo, oggi impegnato solo a sollevare le tavolette luminose dei cambi e del recupero, a separare gli allenatori, segnalare le loro intemperanze, e a evitare che “evadino” dalla gabbia virtuale del rettangolo di competenza e ad altre amenità.
Immaginereste mai un’attività sportiva il cui “schieramento” può essere condizionato per provvedimenti disciplinari dalle precedenti gare?
Ebbene il calcio può costringere a schierare una formazione “monca” non per scelta tecnica ma in conseguenza di sanzioni regolamentari per provvedimenti disciplinari a loro volta di natura diversa avvenuti in gare precedenti, alla faccia della regolarità del campionato, del pubblico e dello spettacolo.
Massa critica indica, in generale, una soglia quantitativa minima oltre la quale si ottiene un mutamento qualitativo.
Il concetto di «massa critica», che la fisica definisce la quantità di materiale fissile (uranio, plutonio) necessaria ad innescare una reazione a catena viene utilizzato, per analogia, anche per indicare un processo di cambiamento sociale indotto da una minoranza attiva quando raggiunge un certo grado di numerosità o di intensità.
E' accaduto così che nello sport nazionale, il calcio, il numero di direttori di gara (arbitro, giudici di linea -2-, giudici di porta -2-, quarto uomo) sia salito vertiginosamente a sei.
Può essere accaduto che quella che una volta era definita la “terna arbitrale”, ed in cui chi contava veramente era uno, l'arbitro, abbia raggiunto oggi una “numerosità” tale da essere diventata massa critica ed appalesare quello che una volta non si realizzava ... sempre.
Insomma incapacità, malizia, furbizia, sudditanza o quant'altro (non dimentichiamo calciopoli), con la drammatica complicità del mezzo televisivo oggi oltre che imbarazzanti, sono palesi.