«…… il Napoli… quando me li trovo di fronte scatta qualcosa»

Così pare abbia risposto alla domanda quale calciatore (quale collega) gli fosse più antipatico Claudio Marchisio, calciatore, (pedatore direbbe Brera), 27 anni, bandiera della Juventus soprannominato, per la sua spiccata eleganza nel vestire, «piccolo Lord» o «principino»....

Quindi non un calciatore, ma una squadra intera. E più di una squadra intera, una squadra che, se non unica, è una delle poche che incarna una città. Un po’ come la Roma.

Purtroppo, si dà sempre troppa importanza alle parole dei “pedatori” anche quando esprimono concetti che esulino il perimetro del campo.

A tale proposito tempo fa, in televisione, una nota psicologa, proprio per sottolineare il perché non li prendeva sul serio li ebbe a definire  “polli di allevamento”. E, a mo di esempio, basterebbe pensare che, data la originalità, peraltro discutibile di uno, vuoi orecchino, “tatoo” o “bizzarrie di coiffeur” gli altri, tutti gli altri, seguono a ruota appunto come “polli di allevamento”.

Tornando al “verbo” di Marchisio, riferito ad un giornalista di «Style», magazine del «Corriere della Sera», che gli dedica una lunga intervista e addirittura una copertina, però potrebbe pensarsi che, il “principino” in modo non voluto, ma Freudianamente, in questo “scatto –di antipatia generalizzata e non verso uno-“,  abbia espresso da piemontese e Torinese doc un'antica invidia verso “un simbolo”, verso quella latitudine che solo 150 anni fa era l’unica realtà europea della penisola, quell’antica vergogna verso la proditoria aggressione del “Regno” che, da quelle parti, si cerca di rimuovere senza successo, e poi la sanguinaria repressione di quelle popolazioni e, non ultimo, il “sacco” del Regno.

Ma lasciamo stare le interviste ai calciatori non sono serie. Ma Freud è Freud.