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LA NUOVA ZONA ROSSA DEL VESUVIO, L’OSPEDALE E LO STADIO

Sebbene quotidianamente ferita dagli “uomini”, da tutti e da nessuno in particolare, Napoli è a ancora oggi bellissima, anche se molto diversa da quella descritta nelle cronache degli Angioini che furono colpiti “dalla dolcezza dei luoghi”.

La città, almeno il suo nucleo centrale, è chiusa ad est dall’immanenza del “vulcano” mentre a ovest incidono i campi flegrei che “dolcemente” si adagiano su una zona anch’essa vulcanica. Si tratta della zona del monte nuovo, sorto in breve tempo, tra il 29 settembre e il 6 ottobre del 1538, della solfatara e del bradisismo (abbassamento e innalzamento del suolo) i cui movimenti sono ben “registrati” sui resti del ben visibile “macellum” o tempio di Serapide a Pozzuoli.

La bella città fondata dalla mitologica sirena Partenope quindi si pone tra due zone vulcanicamente attive.

L’attività della zona occidentale, campi flegrei, è ben visibile (solfatara a Pozzuoli, fumarole a Ischia) o, comunque, documentabile come il bradisismo. L’attività vulcanica orientale (Vesuvio) fornì prova di se l’ultima volta nel 1944. Per una strana malignità il Vesuvio fu in attività per tutta la guerra e il cratere rappresentò per la martoriata città una “magnifica” lanterna di riferimento per i bombardieri alleati vanificando, di conseguenza, il coprifuoco.

La lanterna si spense con la fine della guerra....

Il Vesuvio, ora, non è un vulcano attivo (è definito in fase di quiescenza, non spento) ed è temuto dagli esperti perché ritenuto essere in grado di un’attività esplosiva.

Ospedale del Mare lavori Plastico StadioE’ di questi giorni la notizia che la zona rossa, cioè quell’area in cui è inscritto, cioè che ha come centro il vulcano, peraltro molto abitata, è stata allargata non solo ad altri comuni vesuviani ma anche ai quartieri di Napoli: Barra, Ponticelli e San Giovanni.

Si tratta di quartieri popolosi, nei quali in passato insisteva una, purtroppo, oramai remota attività industriale e nei quali, da qualche tempo si è rivolta una certa attenzione d’incerto significato.

In ordine di tempo, al di fuori di qualsiasi visione territoriale, proprio “sotto” il Vesuvio, al margine, all’epoca, della zona rossa, inizialmente si è scelta quest’area per costruirvi il nuovo ospedale della città, l’ospedale del mare. Il protocollo d'intesa fu firmato nel lontano novembre del 2000, su input di Umberto Veronesi, all'epoca ministro della Sanità, a tutt’oggi non ancora inaugurato, ma si sa solo che i lavori sono ripresi. C’è stata poi la delibera del comune di Napoli per una “Manifestazione d’interesse” per la realizzazione del nuovo stadio sempre in quel di Ponticelli sempre al di fuori di una valutazione urbanistica degna di questo nome ma sempre sotto il Vesuvio.

Oggi apprendiamo che tanto l’Ospedale quanto lo Stadio, se mai si completerà o si farà, saranno edificati non più ai limiti, ma proprio dentro la zona rossa (salvo varianti della stessa) dove dovrebbe essere proibito edificare.

Delle due l’una o non si crede nella zona rossa o si ritiene che le due opere, Ospedale e Stadio, non verranno mai realizzate.

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Commenti

  • angelo d'amore Martedì, 15 Gennaio 2013

    A fuorigrotta il saltare incessante dei tifosi faceva vibrare i fabricati adiacenti. Nella zona orientale, potrebbe stimolare il vulcano...

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