Umberto Ranieri (1947) è un politico non proprio di “primo pelo”, laureato in Filosofia, attualmente conduce anche attività didattica universitaria e svolge la professione di giornalista.

Di stretta “estrazione PCI, nel 2011, a Napoli, è stato al centro di discusse primarie il cui voto venne ritenuto inquinato dalla segreteria nazionale.

Umberto Ranieri è persona perbene e cauta, parla sommessamente, pensando, ragionando.

Appunto conoscendolo, ha fatto rimanere stupiti, quando in una intervista, a proposito di certe irregolarità a Salerno, la città del sottosegretario-sindaco De Luca, Ranieri ha affermato: «Colpisce il tono ipocrita di sorpresa dinanzi a tanti episodi di irregolarità nella iscrizione al partito e nel voto. Qualcuno dimentica l’andamento anomalo delle primarie tra Bersani e Renzi nell’ottobre del 2012? E le cosiddette parlamentarie a Napoli e nelle regioni meridionali furono forse qualcosa di diverso da una vera schifezza? Andiamo».......

Ranieri, evita il ragionamento personale evocando, accanto a Napoli che lo vide coinvolto, accadimenti extraprovinciali, quelli di Salerno, e, addirittura, nazionali, tentando, così, di fare un discorso di metodo generale.

Fin qui il ragionamento appare comprensibile ma non lo è più quando Ranieri definisce “ipocrita” la sorpresa dinanzi agli episodi di irregolarità che però chiama legittima e, se non bastasse, lui stesso si definisce colpito dalla sorpresa.

Quindi la sorpresa pur se “legittima” apparirebbe ipocrita. E perché?

Sarà, forse, ipocrita  per gli “addetti ai lavori” , ma perché una persona normale e perbene non si può stupire senza ipocrisia di fronte a brogli e, perché poi questi sarebbero una “prerogativa” solo delle regioni meridionali? Ne è proprio certo Umberto Ranieri?

Ranieri probabilmente esprime un  vero e proprio malessere della classe politica che non perde occasione e modo per dichiararsi estranea al mondo reale, a quello che, come piace dire a “loro”, ha difficoltà ad arrivare a fine mese e lo fa, purtroppo, da meridionale tentando di colpevolizzare e circoscrivere il fenomeno dei brogli elettorali al meridione che oltre a non avere “classe dirigente, non ha neppure più parlamentari che ne prendano le difese.