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IL J’ACCUSE DI SANTANGELO

Il mio amico e collega Mario Santangelo esprime nell’opinione, pubblicata da IL MATTINO di Napoli, “Reparti chiusi, valutare le responsabilità dei manager e dei politici” un j’accuse complessivo alla organizzazione sanitaria regionale chiamando in causa politici, manager e medici, soprattutto universitari.

Premesso che colpisce che quest’articolo non abbia avuto seguito, si tratta di un giudizio per grandi linee condivisibile, ma concettualmente non nuovo.

La novità è certamente che il j’accuse viene fatto da uno non è stato proprio del tutto estraneo al problema.... CONTINUA

Infatti, commentando la recente idea di area vasta di Caldoro, sulla stampa cittadina di Luglio, il repubblicano Giuseppe Ossorio, anch’egli mio amico, ha, tra l’altro, scritto “…Dobbiamo rilevare, però, Santangelo Mario Luigiche nella classifica delle Regioni per i Livelli essenziali di assistenza (Lea) la Campania è agli ultimi posti per la qualità delle prestazioni; senza parlare delle lunghe liste di attesa ospedaliere ed ambulatoriali e dei viaggi fuori regione per prestazioni sanitarie. Il Piano sanitario regionale non è riuscito a rendere complementari, vorremmo evidenziare al presidente Caldoro, il settore pubblico (ospedali e ambulatori) e quello privato  (cliniche e laboratori). E i tetti di spesa al settore privato risolvono  parzialmente solo  l’aspetto contabile.”..

 Ossorio, quindi, oltre che esercitare una critica generale, individua una straordinaria carenza, ben oltre l’integrazione territoriale e Ospedali richiamata da Santangelo, costituita dall’assenza di una reale integrazione tra strutture a capitale statale e capitale privato, autorizzate, convenzionate e, pure anche accreditate, che, invece, è stato affrontato e risolto in altre realtà socio politiche regionali del Paese.

Così anche quello dei Policlinici Universitari, stigmatizzato da Santangelo, è, per così dire, il frutto malato, di una programmazione regionale irresponsabile che per anni, e questo a prescindere le quanto si vuole “malsane” richieste universitarie, non ha inserito di fatto, realisticamente i Policlinici nel piano sanitario regionale. L’Ente Regione, e i suoi assessori del campo, nel tempo, invece, si sono sempre e solo limitati “ragionieristicamente”, nell’ambito del così detto protocollo d’intesa, al “dare e l’avere” e solo in termini economici ma senza nulla pretendere da strutture che, invece, in altre regioni, sono e rappresentano il fiore all’occhiello della sanità regionale. Oggi Santangelo ci dice addirittura che quei conti, di fatto, non rispettavano neanche il ragionieristico “dare e l’avere”!

Come già detto nel novembre 2013, concordo però totalmente sul fatto, che la Regione, sede istituzionale degli accordi di programma, che tanto poco fa ma potrebbe e dovrebbe fare con l’esistente, condivida la salottiera, “bizzarra” idea di un altro complesso ospedaliero, in quel di Scampia, bocciato anche come “progetto di finanza” da Maria Triassi, nello stesso novembre 2013, abbandonando “chissà per quali fini”, chiosa Santangelo, i quarantaquattro ettari di “verde” su cui incide il Policlinico “Nuovo”, di fronte ad una stazione della Metropolitana. 

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