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MAZZARRI … MA CI FACCIA IL PIACERE

Quando le cose erano, forse, più serie, il campionato di calcio era, con la funzione religiosa, il rito domenicale che si celebrava all’unisono, nel senso che tutte le partite cominciavano alla stessa ora e nelle ultime tre giornate erano in epoca precell, addirittura, anche proibite le trasmissioni radio per non influenzare i risultati.

Poi vennero i primi antipici per la nazionale ovvero per quella, e dico quella e solo per quella, squadra di club impegnata nella, e dico nella, coppa.

Napoli Vinicio 1974-75Il campionato di calcio di serie A era una sorta di gioco ad asso piglia tutto. C’era una squadra chi vinceva lo scudetto e altre retrocedevano.

Non c’era il podio. Al di fuori della prima e delle ultime ciò che restava era argomento, quasi inutile, degli almanacchi.

Quando del 55-56 nacque la Coppa dei Campioni, la manifestazione era riservata esclusivamente alle squadre vincitrici del torneo nazionale.

Era sempre il gioco dell’asso pigliatutto: gli altri restavano a guardare, seconda, terza, quarta posizione era sempre e sola roba di almanacco. Era come perdere la partita dopo aver preso due pali e subito un autogol. Di fatto la partita era stata persa.

Oggi con le due competizioni europee hanno significato anche i piazzamenti e non solo il secondo e il terzo posto. Vincono più d’uno, a diverso modo, così girano più soldi.

Il calcio Napoli nella sua storia è retrocesso diverse volte, ma si è anche piazzato molte volte, cioè è salito sul podio tredici volte, otto volte terzo e cinque secondo.

Tabella Napoli secondoSe i piazzamenti avessero avuto un significato, come ora, forse la sua storia sarebbe stata diversa. Come detto, invece, è solo roba di almanacco del calcio, di ricordi tra tifosi, di ricerca del tempo perduto e forse di qualche rimpianto.

Tralasciando le otto volte in cui è stato terzo, cinque volte la squadra di calcio del Napoli è stata seconda. Come si nota facilmente dalla tabella si è trattato il più delle volte di piazzamenti platonici, d’incerto significato, che, di fatto, non avevano mai comportato un effettivo testa a testa per il titolo tranne che nell’anno 87-88 in cui il Napoli fu brutalmente superato in casa dal Milan di Sacchi, e, soprattutto, nel 74-75 quando gli azzurri allenati da Louis Vinicio, esprimendo il più bel calcio di sempre,  furono distaccati dalla Juventus di solo due punti pur avendo perso entrambi gli incontri diretti.

Due volte dietro la Juventus e il Milan, una volta dietro l’Inter, due volte con Ottavio Bianchi.

Quindi Mazzarri se ne faccia ragione.  

 

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