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POLITICA, COSTUME E PORTE GIREVOLI
Pubblicato da il 30 Maggio 2013
Tra il 1500 e il 1650, nell’Italia dei Comuni, cioè in un Paese senza identità nazionale, si fronteggiarono Francia e Spagna.
I governi italiani locali, debolissimi politicamente e militarmente, pur di cercare di salvaguardare il proprio “particulare” appoggiavano, secondo le circostanze, ora l’una ora l’altra potenza.
Quest’opportunistica “duttilità” politica sembra abbia ispirato il detto popolare: "O Franza o Spagna, purché se magna".....
Oggi, come allora, in Italia il “collasso” dei partiti politici, che a torto è ritenuto espressione di una crisi ideologica mentre è il contrario, ha comportato un corto circuito politico di rappresentatività e, in ultima analisi, di potere democratico.
La situazione si è aggravata per il bizzarro sistema elettorale pseudo maggioritario che altro non è se non la creazione di “contenitori” di “istanze” diverse che, “casualmente” si aggregano e si disaggregano per poi ricomporsi, senza ritegno, anche in latitudini “diverse” del consenso. La discutibile possibilità poi di “nominare” l’esecutivo scegliendo in autonomia, a livello nazionale e, soprattutto nelle autonomie locali, ha consentito il così detto e definitivo “salto di qualità”.
E’ come se fosse saltato il tappo, si fosse rotta una diga, avesse tracimato un fiume, come, insomma, si fosse disegnata una sorta di “area Schengen” della politica, in cui tutti i vari “membri” possono liberamente circolare dichiarando come passepartout "la differenza tra destra e sinistra è distinzione manichea irrilevante".
Come nelle porte girevoli, si entra e si esce velocemente, con disinvoltura almeno apparente, e sempre bene accolti al di qua e al di là.
Un tempo “O Franza o Spagna” oggi “O Sinistra o Destra” ... purché se magna.
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