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Il presidente del Catania calcio Antonio Pulvirenti, parlando del presidente della Juventus, Andrea Agnelli ha avuto modo di dire "E' sembrata più che altro una zitella isterica, in crisi di astinenza".
E se i suoi dipendenti, pagati, peraltro, antistoricamente, da Giuseppe Marotta, con le sue dichiarazioni, e l'allenatore Antonio Conte, con suoi comportamenti nel post partita di Juventus Genoa avessero fatto scuola dal presidente?
Il vero fatto, tuttavia, è che per molto meno, vedi Pandev prima e Mazzarri poi nella finale della supercoppa a Pechino, vengono prese sanzioni sia in corso di gara che dalla (in)giustizia sportiva successivamente.
Come nella vita la giustizia è (in)uguale per tutti.
A chi di dovere, coraggio, un po di dignità!
Immaginereste mai un’attività sportiva non regolamentata dalla “durata” certa della gara?
Ebbene lo è il calcio che non sente il bisogno del “tempo di gioco effettivo” di contenere la gara nel tempo cioè in cui la palla è effettivamente giocata, con un cronometrista, come, ad esempio, nel basket o nella palla a nuoto.
Sarebbe l’addio alle perdite di tempo di qualunque origine, come due palloni in campo, raccattapalle che indugiano, e poi si potrebbe consentire qualunque tipo di soccorso anche per infortuni platealmente falsi, tanto il cronometro à fermo. Si troverebbe, addirittura, anche un ruolo effettivo e dignitoso per il quarto uomo, oggi impegnato solo a sollevare le tavolette luminose dei cambi e del recupero, a separare gli allenatori, segnalare le loro intemperanze, e a evitare che “evadino” dalla gabbia virtuale del rettangolo di competenza e ad altre amenità.
Immaginereste mai un’attività sportiva il cui “schieramento” può essere condizionato per provvedimenti disciplinari dalle precedenti gare?
Ebbene il calcio può costringere a schierare una formazione “monca” non per scelta tecnica ma in conseguenza di sanzioni regolamentari per provvedimenti disciplinari a loro volta di natura diversa avvenuti in gare precedenti, alla faccia della regolarità del campionato, del pubblico e dello spettacolo.
Massa critica indica, in generale, una soglia quantitativa minima oltre la quale si ottiene un mutamento qualitativo.
Il concetto di «massa critica», che la fisica definisce la quantità di materiale fissile (uranio, plutonio) necessaria ad innescare una reazione a catena viene utilizzato, per analogia, anche per indicare un processo di cambiamento sociale indotto da una minoranza attiva quando raggiunge un certo grado di numerosità o di intensità.
E' accaduto così che nello sport nazionale, il calcio, il numero di direttori di gara (arbitro, giudici di linea -2-, giudici di porta -2-, quarto uomo) sia salito vertiginosamente a sei.
Può essere accaduto che quella che una volta era definita la “terna arbitrale”, ed in cui chi contava veramente era uno, l'arbitro, abbia raggiunto oggi una “numerosità” tale da essere diventata massa critica ed appalesare quello che una volta non si realizzava ... sempre.
Insomma incapacità, malizia, furbizia, sudditanza o quant'altro (non dimentichiamo calciopoli), con la drammatica complicità del mezzo televisivo oggi oltre che imbarazzanti, sono palesi.
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