All’inizio 8½, la trasmissione della 7, aveva un diverso format ed un grande successo tanto da sfidare, per l’orario d’inizio, appunto le 8.30, i palinsesti di tutti i canali di tutte le TV, in chiaro o criptate che fossero.

Due ottimi giornalisti, Giuliano Ferrara e Gad Lerner, di idee e anche impianto politico e culturale diverso, intervistavano un ospite. Per le suddette caratteristiche “la strana coppia” realizzava stimolanti interviste e chiunque fosse l’intervistato era sempre messo alle strette, o, almeno, così sembrava....

Sarebbe ingenuo, però, ritenere che quel successo fosse legato esclusivamente alla personalità dei due conduttori, peraltro molto elevata, invece era soprattutto quel format, fatto di due, per di più “diversi” che intervistavano un “malcapitato” con domande diverse, diversamente orientate che rendeva a sua volta diverso, credibile e fruibile il programma.

Se ne rese conto Giuliano Ferrara che ipotizzò che quella era l’unica forma possibile del talk show politico garante di un vero contraddittorio, mentre il conduttore “unico” può solo garantire il pensiero unico.  

Una straordinaria esperienza cessata forse per conformismo forse perché in fin dei conti in Italia piace di più la corsa “truccata”, in televisione come nella vita, nei concorsi come negli esami universitari comprati.

Ci sono così oggi in TV solo improbabili Talk Show, per così dire “orientati” in modo più o meno manifesto e che ai più oramai appaiono insopportabili tanto che come dice Pansa è meglio vedere un bel film.

Infatti i dati Auditel sono in picchiata, a prescindere l’orientamento. Sembrano organi di partito si sarebbe detto una volta.

Era bello quel controcanto in quell’8½ originale.

A prova di ciò è reperibile in rete una specie di “controcanto” ottenuto artificiosamente alternando l’intervista di maniera di Fabio Fazio alla presidente della camera Laura Boldrini a “Che tempo che fa” al commento, interposto, di Luigi Di Maio vicepresidente della camera.

Certo non c’è il contraddittorio fra i due, Di Maio parla sempre dopo, “di rimessa”, l’intervistatore appare freddo, di maniera, non partecipe ed autoescluso, ma l’effetto appare comunque straordinario.