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SI FA PRESTO A DIRE “TUMORE A CELLULE GIGANTI”.

Si è letto sulla stampa napoletana, con molto risalto, di un’elegante ricerca “tecnica” regionale pubblicata su un’autorevole rivista internazionale (The American Journal of Human Genetics 98, 275–286, February 4, 2016) circa un gene, indicato con ZNF687, quale possibile responsabile della degenerazione neoplastica (tumore a cellule giganti) associata alla malattia ossea di Paget e, addirittura, come, con l’attuale “scoperta” si possa fare “prevenzione” in tal senso.......

La malattia di Paget (James 1814-1899) dell’osso, osteite deformante, è una rara patologia (3% delle autopsie) dell’anziano che può colpire uno (più frequentemente) o più segmenti scheletrici (più raramente 15-20%). In quest’ultima, più rara evenienza, solo meno dell’1% dei casi può subire una trasformazione maligna.

Questa rara trasformazione maligna della malattia dà origine il più spesso solo a un sarcoma “microscopicamente” non classificabile (da cui “genericamente” sarcoma di Paget).

Solo molto più raramente si forma un “tumore a cellule giganti” (1/153 dei tumori a cellule giganti della Tumore a Cellule Gigantiserie studiata e riportata da David C Dahlin era associato alla malattia di Paget, e nel 1966 in una revisione della Letteratura solo tredici ne furono trovati da F Schajowicz - J Bone Joint Surg Am, 1966 Oct; 48 (7): 1340 -1349).

Per anni si è “abusato” della definizione di “Tumore a cellule giganti”, e forse se abusa ancora, includendo in questo capitolo lesioni ossee e non ossee, neoplastiche e non, solo che avessero la presenza di cellule giganti, senza la reale conoscenza del problema e senza correlazione tra clinica e istologia patologica.

Al di là del tecnicismo del lavoro scientifico non in discussione, è proprio quest’ultima, cioè il rapporto clinico-radiografico-anatomopatologico, conosciuto come il Triangolo di Lichtenstein, che difetta, ivi compresa la “straordinaria” statistica che riunisce non tanto 14 casi di malattia di Paget ma la formazione da essi di ben 4 tumori a cellule giganti pari al 28.6%.

Tempo fa, in occasione di uno dei tanti attacchi circa il possibile ruolo oncogeno della terra dei fuochi, ebbi a considerare come viviamo in una società di basso livello culturale dove solo il 3% della popolazione conosce il metodo scientifico contro il 78% della Finlandia (fonte OCSE).

Oggi mi trovo a chiedermi se mai si possa fare ricerca in biomedicina senza la necessaria conoscenza medica e quindi anatomopatologica della questione in esame.

E verrebbe anche da chiedersi, ça va sans dire, ma a medicina si insegna più l’Anatomia Patologica?

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