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TERRORISMO SANITARIO E ANALFABETISMO SCIENTIFICO

 

Pubblicato da IL MATTINO il 7.Luglio.2014

 

Si tratta di vero e proprio terrorismo sanitario quello che, non da oggi, si abbatte, con inaudita protervia, sulle fertili zone a nord di Napoli, ridotte a sole “terre dei fuochi”.

Questo terrorismo può nascere ed essere alimentato solo perché il Paese nel suo complesso, e la nostra regione in particolare, è oggi caratterizzato da un grave analfabetismo scientifico (solo il 3% della popolazione conosce il metodo scientifico contro il 78% della Finlandia fonte OCSE) e da un ampio analfabetismo di massa che ci ha dolorosamente visti, e ci vede ancora, protagonisti negativi nei vari metodi di cura del “cancro” (Vieri, Bonifacio, Di Bella) e, recentemente, anche delle malattie degenerative Davide Mannoni e il suo metodo “stamina”.... CONTINUA

Certo nelle terre a nord di Napoli, probabilmente, è stato sepolto “tutto e di più” e qui, andrebbe aperto un discorso politico di committenti e commissionati con possibili amare conclusioni anche sulla classe industriale del Paese, ma che il “sepolto” sia tout court cancerogeno è solo un’affermazione scientificamente azzardata.

La mia diffidenza nasce innanzitutto, non tanto dalle frequenze indicate, dalla disomogeneità oncologica dei casi mentre le frequenze, invece, ricalcano, per somme linee, le neoplasie più frequenti. Tanto per capirci non si invoca la frequenza ”anomala” di incidenza di un singolo tumore in una certa zona (tumori vescicali e attività industriali e coloranti, tumori delle parti molli e sostanze chimiche, mesotelioma e industria con uso di amianto) ma solo un’”ammucchiata” La "Terra dei fuochi"neoplastica, su numeri incontrollabili, se è vero che, sul suo giornale, e pubblicamente, Mario Fusco, direttore del Registro dei Tumori in Campania presso l’Asl Napoli 3 Sud, ha sempre affermato che le frequenze non si discostano significativamente da quelle nazionali.

Non c’è uno straccio di studio anatomo-patologico o anatomo-clinico, anche da parte di chi dovrebbe farlo, o avvrebbe dovuto farlo con tanto di autopsie, che suffraghi l’epidemia che si vuole sia in atto nel casertano, ma assistiamo, solo alla crudele distruzione parolaia di una terra operosa e fragile.

E qui va detto, senza infingimenti, che cos’è ammalarsi cosa è morire, essendo la seconda parte in gran parte imputabile all’inefficienza del nostro sistema sanitario in fatto di diagnosi e prevenzione.

Maria Triassi, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica della Federico II, affronta l’argomento, ma si limita, da epidemiologa, prudente e attenta, a puntare l’indice e chiedere di “verificare l'influenza di fattori esterni a quello ambientale, come lo stile di vita”.

Oltre che dei cartomanti siamo sempre, quel paese descritto da Manzoni quando, a proposito della peste, “Molti illustri medici cominciarono a confermare con argomenti pseudo-scientifici l'esistenza degli untori”, l’aggravante che oggi, in questa storia da noi non sono neppure tutti medici né tantomeno illustri.

 

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