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ALLARMI … CI SONO I CINQUE STELLE

Quando la politica si scriveva con la P maiuscola c’erano i giornali di partito come la Discussione, l’Avanti, la Voce Repubblicana, l’Unità ed altri, a volte solo pochi fogli, a volte più completi, più ricchi, anche con le notizie sportive.

Erano espressione di una concezione della politica che, partendo dalle famose “direzioni” dei partiti, tracimava, appunto, con l’informazione del “giornale di partito”. Non grandi firme autonome ma interpreti “capaci” e fedeli della direzione e del suo segretario.

 

I partiti, e i loro giornali, condizionavano, di fatto, la stampa nazionale il cui ruolo, in specie, era residuale tanto che Paese Sera, che aveva cercato di crearsi uno spazio a “sinistra” ebbe una vita intensa e breve.

Leggere il “giornale” del proprio partito, in un tempo antecedente all’abbuffata televisiva, andava oltre il “tenersi informato” significava “appartenere”. Ovviamente si trattava di appartenenze ad intensità diversa. Tutti ricordano la religiosità con cui il Scalfari Articolomilitante PCI acquistava l’Unità e con quanta cura ripiegasse poi il giornale in modo che si leggesse il titolo UNITA’.

Con la crisi etica ed organizzativa della politica, quella dalla P maiuscola, sono, di fatto, scomparsi i “giornali di partito” e si è di fatto avuta una sorta di “mutazione” nel senso biologico della parola.

Non più i “giornali di partito” ma gli altri giornali, sempre più soggetto di pressione di poteri economico-finanziario, hanno cominciato a parlare di politica, e, con un crescendo rossiniano, hanno cominciato a guidare la politica stessa nel frattempo diventata, ridimensionata a termine con la p minuscola.

Negli ultimi anni il gruppo Repubblica-Espresso è stato da alcuni maliziosamente identificato in un vero e proprio movimento politico.

Sebbene, quindi, negli anni le posizioni del gruppo editoriale siano state sempre forti, condivisibili o meno, pure anche legittime o meno, non erano mai andate oltre un certo limite.

Domenica nel suo editoriale il fondatore Eugenio Scalfari scrive di brutto: “Il 25 Maggio bisogna votare per Renzi e per Schulz”.

Repubblica diventa “giornale di partito”, la direzione del partito è la sua redazione, il M5S deve essere veramente forte, e Renzi e il PD devono passarsela male per una chiamata alle armi così decisa.

 

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