Il termine sparigliare è del gioco delle carte e con esso si intende lasciare dispari o scompagnate carte dello stesso valore.

L’abile politico potrà sparigliare l'alleanza avversaria: e questo ci porta, forse, alla connotazione più colorata ed utile della parola.

Berlusconi ha recentemente sparigliato quanto si poteva e di più.

Anzitutto in casa sua dove i vari personaggi in cerca d’autore autocandidatesi con le primarie ad uno 
“spazio” li ha ricondotti, con la sua candidatura, alcuni a pallide comparse e altri addirittura a “caratteristi”, come si dice in gergo cinematografico.

La sparigliatura è continuata quando si è sottratto, e da solo, dal sostegno al governo Monti, lasciando, se pur tardivamente, alla “strana coppia” Bersani e Casini l’onore e l’onere del sostegno al governo tecnico, da più parti indicato come troppo appiattito su posizioni del sistema capitalistico internazionale e del governo tedesco.

Ma la sparigliatura è continuata, soprattutto, in casa del PD, recentemente uscito gioiosamente dalle sue inutili primarie. Infatti Berlusconi sparigliando ha fatto quello che sinistra PD, quella vera, non Franceschini o Bindi, per non parlare di Tabacci, chiedeva da tempo, come Renzi, fra l’altro, di staccare la spina a Monti e ricercare una via politica alla crisi e soprattutto alla recessione e alla compressione del ceto medio e dei lavoratori in senso lato.

Berlusconi, al momento ha sparigliato ma viene tacciato di populismo e probabilmente, mettendo in crisi i banchieri, ha fatto una cosa di sinistra che la sinistra, quella di Bersani non è in grado di fare.

Lo sparigliare risulta una mossa originale, d'assalto ma soprattutto vincente, con cui si scompagina e separa riuscendo in risultati clamorosi, i prossimi giorni ci diranno.