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IL PARLAMENTO INGLESE, LA SIRIA E …. IL FUTURO IN EUROPA

Quello Inglese, criticabile quanto si vuole, antipatico quanto si vuole è, fin dai tempi di Roma, un popolo libero e come tale esprime un libero parlamento.

Così non è passata al voto del parlamento britannico la mozione del governo a sostegno di un eventuale intervento in Siria (285 voti contrari, 272 a favore) quindi per uno scarto di soli 13 voti. Ma è bastato, senza se e senza ma.

La Magna Carta (Magna Charta Libertatum) è un documento in latino che il re d'Inghilterra Giovanni Senzaterra fu costretto a concedere ai baroni del Regno nel 1215. La  Magna Charta Libertatum pur confermando i privilegi del clero e dei feudatari, di fatto diminuiva l'influenza del re.

Cameron & ObamaPrimo documento nel suo genere, viene comunemente  interpretato, forse oltre i suoi reali e concreti significati, come il primo atto politico della storia per il riconoscimento universale dei diritti dei cittadini. E siamo solo nel 1215.

Il Premier David Cameron, in occasione delle stragi di civili siriani  ottenute con il presunto uso di gas, si era lasciato andare, congiuntamente al Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, a prematuri quanto pericolosi proclami di guerra. In conseguenza del risultato parlamentare, David Cameron ha dovuto fare marcia indietro a tutta forza dichiarando: "Rispetterò la decisione", mentre una parte del Parlamento, non contenta ne ha chiesto, addirittura, le dimissioni.

David Cameron con il suo "Rispetterò la decisione" non si serve dell’ipocrisia della necessità di aspettare il parere dell’ONU. La leadership della GB, nella persona del suo primo ministro, non attuerà l’intervento armato in Siria, rispettosa del libero voto del libero parlamento, senza subire condizionamenti, lasciando isolati sia la guerrafondaia amministrazione americana che l’imprudente ed opportunista Francoise Hollande.

Rispondendo a chi gli faceva notare se la decisione non avrebbe potuto incrinare la relationship con Washington David Cameron ha risposto “Non credo che sia una questione di cui scusarsi”.

E’ lo stesso parlamento che ha dato l'ok per una consultazione referendaria entro il 2017 per decidere se restare o meno in Europa. 

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