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INDULTO E AMNESTIA PER IL SOVRAFFOLLAMENTO STRUTTURALE DELLE CARCERI

Secondo la Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo l'Italia viola i diritti dei detenuti e la invita, e non è la prima volta, a porre rimedio immediatamente al «Sovraffollamento strutturale» delle carceri essendo, infatti, il tasso d'occupazione dello spazio carcerario degli istituti di pena in Italia al 139,17%.

Il Presidente della Repubblica ha inviato al Senato e alla Camera, con una certa irritualità cui, però, ci ha oramai abituati, una lunga lettera (12 pagine) che inizia "Vi pongo con la massima determinazione e concretezza una questione scottante. Parlo della drammatica questione carceraria che va affrontata in tempi stretti. Sottopongo all'attenzione del parlamento Carcerel'inderogabile necessità di porre fine, senza indugio, ad uno stato di cose che ci rende tutti corresponsabili delle violazioni contestate all'italia dalla Corte di Strasburgo: esse si configurano, non possiamo ignorarlo, come un'inammissibile allontanamento dai principi e dall'ordinamento si cui si fonda quell'integrazione europea cui il nostro paese ha legato i suoi destini".

Il Presidente auspica poi, come soluzione, indulto e amnistia: Indulto vuol dire condono ed estingue in tutto o in parte la pena principale e non incide su quella accessoria (a meno che non sia specificato nella legge); l’amnistia estingue il reato e, se vi è già stata condanna, fa cessare l’esecuzione della condanna e delle pene accessorie.

E’ questa la sola, l’unica soluzione soluzione possibile?

Distinguiamo il fatto dal commento.

Il fatto è che in base ai dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) al 31 agosto 2012, può leggersi facilmente in internet, nel sito GUIDA ALL’INFORMAZIONE SOCIALE che, nei 206 istituti di pena italiani, allo stato, ci sono 66.271 detenuti reclusi (compresi nel totale dei detenuti anche quelli in semilibertà), a fronte di una capienza regolamentare di 45.568 posti.

I detenuti a vario titolo in attesa di giudizio sono drammaticamente 25.970 cioèil39,2%della popolazione carceraria. E’ da notare che la media europea dei detenuti in carcerazione preventiva è del 24%, e non sembra che ci sia stato mai un “alto” richiamo per questo dato di assoluta inefficienza.

L’Italia detiene in “record” delle custodie cautelari. Al 30 giugno 2010 il 42,5% dei detenuti era in attesa di giudizio e la metà di loro è destinato ad essere assolto: circa 15.000 persone, che scontano da innocenti mesi e a volte anni di “pena anticipata” e contribuiscono a rendere gremite le celle.

Sempre da Guida all’informazione sociale, si apprende che 23.773 detenuti non sono italiani (il 35,8% della popolazione carceraria stessa).

Pertanto se si sottraesse al numero totale (66.271) i soli detenuti in attesa di giudizio (25.970)  si ottiene il numero 40.301 ben al di sotto della totale (45.568)  capienza regolamentare degli istituti di pena e se, addirittura, si sottraesse anche il numero 23.773 corrispondente ai detenuti stranieri si otterrebbe un numero assolutamente europeo pari a 16.528 con cui si coprirebbe appena il 36,3% della capienza carceraria regolamentare.

Si può leggere al sito Jura Gentium che in tutta l’ Europa esiste un grave sovraffollamento degli istituti penitenziari e il tasso d'occupazione dello spazio carcerario è superiore al 100% nei principali paesi europei: è pari al 110,4% in Inghilterra e Galles, a 124,7% in Francia, a 139,17% in Italia, a 114,1% in Spagna, a 97,5% nei Paesi Bassi e a 99,9% in Germania.

Portandoci al 36.3% (risolvendo finalmente il problema dei detenuti in attesa di giudizio e dei detenuti stranieri), o anche solo all'88,4%, che si ottiene escludendo solo i detenuti in attesa di giudizio la cui metà sarà innocente, diverremmo i leader di questa particolare classifica europea.

Caro Presidente piuttosto che di chiedere indulto o amnistia imponga ai dipendenti di ogni ordine e grado del ministero degli interni e, soprattutto, del ministero di giustizia di lavorare un poco di più.

 

 

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