Lucio Palombini.....Blog

Pubblicazioni

Il Caso del Mese

Calendario

Loading ...

Foto

Blog Achivio

Inviato il

L’ODIATO CANONE CHE ALIMENTA LA “CASTA” RAI

 

pubblicato il 26/01/2014 da napoli.com

La RAI azienda che ama qualificarsi “pubblica”, ma, probabilmente, meglio definibile “statale”, é RAI  Logofinanziata da oltre un miliardo e mezzo di euro di canone annuo, un po' di più del totale della spesa annuale per il funzionamento della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Concetto, questo, non addolcito dal fatto che il Quirinale, in fatto a spese, sia più' costoso dell'Eliseo e di Buckingham Palace, messi insieme.

Tanto premesso la RAI gareggia, con le istituzioni su menzionate oltre che per i detti costi, per il numero del personale addetto avendo circa 622 dirigenti per 11.378 dipendenti, cioè uno ogni 18, superando così (dato fine 2011) la somma di Mediaset (6.126), Sky Italia (3.995) e Ti Media (709).

In un sondaggio dell'Ifel, il centro studio dell'Anci, l'associazione dei Comuni, il 45,5% delle 8 mila persone intervistate considera il canone pagato alla tivù statale l'imposta assolutamente meno digeribile.

Tre volte più insopportabile perfino del bollo auto, saldamente ancorato al secondo posto.

Anche da un’indagine realizzata dal Censis sul rapporto tra contribuenti e fisco, commissionata dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, emerge che l’imposta meno “popolare” per gli italiani è quella relativa al Canone Rai.

Ogni anno, da decine di anni, all’inizio di Gennaio, per tutto il merse e oltre, la Rai mette in onda incessantemente, fastidiosamente, petulantemente spot per ricordare ai suoi “abbonati obbligati” che entro la fine del mese, appunto di Gennaio, si deve provvedere a “pagare l’abbonamento”, avvisi che col tempo, evocando sanzioni, diventano, addirittura, minacciosi.

L’azienda Statale lo fa in modo arrogante sia nella forma dicendo “Qualunque cosa tu faccia col tuo televisore, il canone è un’imposta obbligatoria legata al suo possesso”.

Questo è vero nella sostanza perché, verosimilmente, nessuno mai si è “spontaneamente” abbonato, cioè non ha mai sottoscritto il contratto RAI in base all’offerta aziendale ma è costretto a versare alla RAI lo “pseudo abbonamento” solo in quanto possessore di un televisore, e non importa se, invece, ha sottoscritto, questa volta si, spontaneamente altri abbonamenti più onerosi della pseudo concorrenza, solo in base all’offerta, sobbarcandosi, addirittura dell’acquisizione di scheda e decoder.

Ma se non si paga il gestore privato (SKY, Mediaset etc) questi che fa? Non minaccia sanzioni spegne il segnale e tanti saluti.

Tanto premesso non a caso l’evasione del cosiddetto “canone RAI ”- in realtà tassa radiotelevisiva – ha raggiunto in Italia cifre da capogiro : il 41% medio, con punte dell’87% per le famiglie, del 96% per le imprese. Almeno 740 ml di euro all’anno (giugno 2011) così come l’evasione del bollo auto, la seconda tassa indigesta, raggiunge oggi una percentuale di circa il 12/13 per cento degli automobilisti cui si associa la grave evasione RCA mediana 15% (9% tra gli automobilisti, 15% tra i motociclisti, 17% tra i conducenti di furgoni).

Nella piena cultura della “delazione”, di cui il Paese è, purtroppo, impregnato, la RAI ha addirittura chiesto a SKY l’elenco dei suoi abbonati per ”incrociarli”, come si dice, e stanare eventuali evasori RAI, un poco come il Tesoro chiede alle Banche Svizzere.

Il Governo vorrebbe tramutare il “cosiddetto abbonamento” in una imposta obbligatoria di “contributo infrastrutturale” legato alle residenze.

Come si vede non si intende, come sempre, prendere atto della volontà dei cittadini, che l’hanno manifestata ampiamente evadendo, e, quindi, privatizzando la RAI e criptando il segnale, si vuole, invece, fare ricorso alla solita pratica leguleia di cambiare il nome dell’imposta e continuare a mettere la mano in tasca all’utente per la sopravvivenza di un segmento della “casta”.

Il Paese e i suoi abitanti hanno sempre più bisogno di governanti non di prestigiatori delle tre carte. 

Last modified il
0

Commenti