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MA QUALE BLITZ DEL PDL SULLA GIUSTIZIA: L’EMENDAMENTO SULLE TOGHE E’ INAPPUNTABILE

Non si tratta di una riflessione di Arcore e se lo sostiene anche Andrea Colombo, che di destra non è, credo che le persone di buona volontà debbano fare almeno una riflessione.

Pubblicato da Andrea Colombo in gli Altri  il 28 giugno 2013.

Ha ragione Donato Bruno. L’emendamento del Pdl che chiede di allargare al Titolo IV della Costituzione, cioè alla giustizia, i lavori della commissione che dovrebbe riscrivere la seconda parte della Carta è inappuntabile. Le proteste di politicanti e giornalisti ipocriti dimostrano solo fino a quale punto di bassezza e falsità si possa arrivare in nome della faziosità.

C’è un solo modo per non toccare il Titolo IV: non toccare neppure il Titolo II e lasciare inalterato il ruolo del presidente della Repubblica. Non è questa l’intenzione del Pdl e neppure del Pd. Vogliono invece mettere le mani proprio lì, arrivare al presidenzialismo o al semipresidenzialismo, comunque a un’elezione diretta. Allora intervenire anche sul Titolo IV diventa imperativo: in caso contrario un presidente eletto dal popolo, e probabilmente anche capo dell’esecutivo, sarebbe anche presidente del Csm e nominerebbe una parte dei giudici costituzionali, esercitando così sulla Consulta un immenso potere di condizionamento. In tutta evidenza non sta né il cielo né in terra. Più che di presidenzialismo bisognerebbe parlare di monarchia elettiva. Scandalosa, quindi, non è la richiesta di modificare anche il Titolo della Costituzione che riguarda la giustizia. Scandaloso, anzi assurdo, sarebbe non farlo.

Sin qui la ridicola e ipocrita querelle allestita dal Pd e dalla stampa in toga, a partire da Repubblica. In realtà c’è molto di più. Anche a prescindere dall’assurdità di voler instaurare un presidenzialismo senza rimaneggiare l’assetto costituzionale della giustizia nelle articolazioni che riguardano il capo dello Stato, è letteralmente inspiegabile la scelta di riscrivere tutta la seconda parte della Costituzione tranne i capitoli che riguardano la magistratura. Eppure proprio questa è la stata la vergognosa condizione posta dal Pd che, al contrario di quel che pensa Berlusconi, nei rapporti con la magistratura non è il puparo ma il pupo. Burattini incapaci di opporre la benché minima resistenza ai diktat della corporazione più potente che ci sia in Italia.

La conclusione è ovvio e non necessità di ulteriori commenti. Puoi fare a pezzi la repubblica parlamentare, rovesciare il federalismo, eliminare una delle due camere, moltiplicare i poteri del capo del governo, puoi fare di tutto e di più, ma non intervenire sui poteri della sola vera casta intoccabile e al di sopra di ogni controllo che ci sia in questo Paese: quella che indossa la toga.

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