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MEGLIO TARDI CHE MAI ... MA E' MEGLIO PRIMA

Tempo fa, in occasione delle inutili elezioni, viste come sono poi andate le cose, ovviamente inutili per la”gente”, ma non Finocchiaro e Bindiper gli eletti, criticai molto le candidature di Rosy Bindi in Calabria e di Anna Finocchiaro in Puglie calate dal PD in quei territori del Mezzogiorno che non cessano di essere depredati, in tutti i sensi.

Certo la critica principale era al partito ma non escludevo le colpe locali che accettavano supinamente l’imposizione invece di contrapporre personalità locali che, certamente, non devono mancare, senza dimenticare l’arroganza di chi andava a”raccogliere” il mal tolto.

Piero Sansonetti, che seguo da sempre, adesso anche a Calabria Ora, onestamente a babbo morto, con un bell’editoriale oggi si pone la domanda “Cercasi Rosy disperatamente...” che forse andava scritto prima con il titolo “Ma che ci fa in Calabria Rosy Bindi da Sinalunga?”

In verità lo aveva fatto Grillo e non chiediamoci perché prende i voti.


Cercasi Rosy disperatamente...

Piero SansonettiMa dov'è finita Rosy Bindi? La domanda è legittima, anche perché noi di “Calabria Ora” una domanda simile l'avevamo rivolta al presidente del Pd già in campagna elettorale. Rosy Bindi era venuta a trovarci qui a Cosenza, nella sede centrale del giornale, e noi le avevamo chiesto senza giri di parole: «Onorevole, siamo sicuri che una volta eletta lei non sparirà, riassorbita dal teatro romano?». Rosy Bindi ci aveva assicurato che no, non sarebbe sparita e sarebbe diventata “calabrese”. Le avevamo spiegato che la Calabria, forse più di qualunque altra regione italiana, ha bisogno di rappresentanza e di peso politico, e le avevamo espresso il nostro apprezzamento per la sua decisione di presentarsi alle primarie del Pd, e di farlo qui in Calabria, e quindi di accettare una sfida “popolare” sottoponendosi ad una prova difficile. Rosy Bindi aveva vinto le primarie e cioè aveva convinto un certo numero di calabresi che di lei ci si poteva fidare. In effetti tutta la biografia politicam dell'on. Bindi testimonia a favore della sua affidabilità. Bindi, già dai tempi nei quali era una democristiana di sinistra e dissidente, è sempre stata una leader politica molto coerente con le sue idee, moralmente robusta, trasparente, in possesso di qualità politiche - anche di strategia e di tecnica politica- molto alte. E dunque - pensavamo - poteva essere un ottimo acquisto per la Calabria. E cioè poteva diventare il punto di riferimento per una battaglia “calabresista”, per aggregare nuove forze, nuove idee, e soprattutto per rendere molto più forte la voce della Calabria sui tavoli romani. Oltretutto, interrogandola, qui in redazione, sui problemi che aveva trovato in quei giorni della sua “discesa al Sud”, ci eravamo accorti di trovarci di fronte ad una persona molto intelligente e sensibile. Rosy Bindi in pochi giorni aveva colto l'essenziale dei problemi della Calabria e soprattutto aveva capito in che modo e con quanta testardaggine lo Stato centrale e i grandi poteri del Nord, da centocinquant'anni sfruttano la Calabria, la spremono, e poi l'abbandonano al suo destino. E aveva verificato l'assenza di opere pubbliche, di infrastrutture, di capitali, e soprattutto l'assenza totale e dichiarata dello Stato e dei programmi politici. Eravamo molto contenti dell'incontro con Rosy Bindi, e ottimisti. E invece... E invece, appunto, chi l'ha vista? Rosy Bindi è sparita. Dal giorno nel quale si è conclusa la campagna elettorale Rosy Bindi ha finito di essere calabrese ed è tornata ad essere una leader nazionale, un po' veneta, un po' toscana e parecchio romana. È un peccato. E per la Calabria è un danno grave. Torna a realizzarsi uno squilibrio politico che la Bindi poteva “riparare”. La destra in Calabria esiste e ha un leader politico forte, come è tornato ad essere Scopelliti dopo la vittoria elettorale del suo partito al Senato. La sinistra invece è nuovamente scomparsa, non sembra in grado di esprimere un gruppo dirigente forte, non è capace di indicare un suo programma, non ha voce per imporsi a Roma. Rosy Bindi, nei giorni della sua “apparizione” in Calabria, aveva addirittura proclamato che avrebbe cacciato Scopelliti dalla Regione e aveva spiegato attraverso quali mosse politiche e istituzionali. Cosa è successo di quei proclami bellicosi? Probabilmente il vero problema della politica è questo: la sua inattendibilità, la sua volatilità, la sua incoerenza. Il problema non è quanto costa la casta, il problema più grande è quanto è “impalpabile” e inaffidabile la casta. Non sai dov'è, non mantiene quello che promette,cerca voti e basta, voti e poi scappa. Nasce da qui la sfiducia, la rabbia popolare. È qui che muore la politica. Dalla certezza che i leader politici non hanno più la capacità di rispondere al popolo.

Piero Sansonetti

CALABRIA ORA 31 MARZO 2013

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