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QUEI TRE EVENTI DELL’ANNO CHE SE NE E’ ANDATO

Quello che si è chiuso è stato un anno indimenticabile e, probabilmente, resterà unico per gli eventi che, in momenti diversi, siamo stati costretti ad osservare come spettatori muti, impotenti ed attoniti.

Ci sono state le dimissioni del Papa Benedetto XVI, nato nel 1927 come Joseph Aloisius Ratzinger. E’ diventato il primo Papa Emerito della storia della Chiesa Cattolica, si è ritirato a vita privata, in base ad una norma del codice di diritto canonico che prevede la possibilità di una rinuncia del soglio pontificio ed ha assistito all’ascesa al seggio di Pietro di Papa Francesco nato nel 1936 come Jorge Mario Bergoglio. Senza entrare nel merito, l’”ispirazione”, e dato per certo che le cose siano Ratzinger, Napolitano e Grillolegittime, obiettivamente si resta un tanto esterrefatti vedere il Papa che rende visita al Papa “emerito”.  

Sempre restando nell’unicità degli eventi  Giorgio Napolitano (1925), allo scadere del suo settenato, è stato rieletto. Primo presidente della Repubblica della storia d'Italia a ricevere l'incarico per due volte. Anche qui tutto assolutamente legittimo dal momento che, la Costituzione non prevede un limite al numero di mandati. Ma è altrettanto vero che la stessa stabilendo che fra i requisiti, per potere essere eletti, fosse necessario avere compiuto i cinquanta anni di età, e rilevando che nessuno mai è stato eletto a questa “giovane” età, non teneva conto dell’allungamento della vita.

Infine, il 31 Dicembre 2013, il doppio discorso agli italiani.

Quasi a suggello delle avvenute, citate peculiarità, in occasione del rituale discorso di fine anno il Presidente Giorgio Napolitano, per la rielezione, recita, “quindi” il suo ottavo discorso, mentre in streaming Beppe Grillo fa un contro discorso mentre, più modestamente, la neonata FORZA ITALIA fa flop con una indecifrabile campagna dal titolo «il 31 dicembre spegni il Presidente e manda in onda il tricolore» per la serie “vorrei ma non posso”.

Mai, comunque, al di la dei contenuti, si era realizzata un’azione tanto simbolica di lesa maestà come quella concepita del leader del M5S di contrapporsi al discorso annuale alla nazione della massima carica dello Stato.

Se politicamente un certo successo Grillo lo ha ottenuto, tecnicamente, invece, è stato un insuccesso. Lui che si è inventata una politica sfruttando il web doveva aspettarsi che i troppi contatti avrebbero mandato in tilt la rete. E così è stato, prudentemente avrebbe dovuto cercare asilo in una TV con circuito nazionale, come già sperimentato, con successo, da Santoro.

Si è, così, per i più, potuto ascoltare il discorso in “differita”, come si dice, quando postato su “you tube”, è diventato accessibile.

Alla fine, per quanto riguarda i discorsi è stato un pareggio: in entrambi i casi nell'ascoltarli si è trattato di tempo perso.   

 

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