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"RICONSIDERIAMO L'EUROPA"

Nel mio Post " QUEI TRE EVENTI DELL'ANNO CHE SE E' ANDATO" si può leggere che l'avere ascoltato, da laico e libero, i due discorsi sia del Presidente che del leader del M5S è stata una perdita di termpo fra anatemi e letterine.

Giuseppe Ossorio rileva come il Presidente abbia perso un'ottima occasione per aprire o, comunque, dare un suo contributo sulla questione oramai aperta sull'Unione Europea, fornendo, peraltro, un assist eccezionale a Matteo Renzi che, da animale politico, l'ha afferrato immediatamente.

Riporto di seguito la riflessione di Giuseppe Ossorio.

Ricordo una considerazione (credo scritta) di Francesco Compagna su Giorgio Napolitano e Gerardo Chiaromonte. Il meridionalista, amico e sodale di Ugo La Malfa e Giovanni Spadolini, li accomunava non solo perchè entrambi, già allora, erano dirigenti di rilievo nazionale del Partito comunista italiano, ma Ossorio Giuseppeanche perchè essi avevano studiato Benedetto Croce e la sua "teoria dei distinti" "all'ombra del Vesuvio".

Un conto è il concetto puro un altro è il concetto empirico.   

Mi ha meravigliato non poco, perciò, l'assenza nel messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di ogni riferimento al dibattito, ormai, aperto sull'Unione Europea.

L'Unione Europea è un ideale e nello stesso tempo è una necessità, soprattutto nell'era della mondializzazione dei mercati. Ma bisogna distinguere con realismo un ideale da una necessità. Il punto è come farli convivere. Ho sempre ritenuto che aver ingessato e costretto l'ideale dell’ Europa unita in Trattati europei rigidi sia stato un errore. Se in Italia il grande ideale unitario fosse stato assecondato non solo dalla lettura ma anche dallo studio più profondo del federalismo di Carlo Cattaneo, forse non avremmo avuto le Regioni meridionali nelle condizioni deleritte in cui versano oggi. Avremmo avuto, probabilmente, una responsabilizzazione delle classi dirigenti meridionali, un loro più rapido ricambio e, soprattutto, una consapevolezza dei cittadini del Sud e una maggiore dinamicità della società meridionale. 

Matteo Renzi, è bene sottolinearlo, è il segretario nazionale del Partito democratico (non proprio l'ultimo partito)  ha proposto in queste ore lo sforamento del 3% del debito del bilancio della Stato. Un Twitter e quella proposta è di pubblico dominio. Ebbene, egli ha ragione e ha coraggio. Bisogna pubblicamente ammetterlo. Tutte le forze politiche, anche quelle che in Parlamento negli anni scorsi non si sono espressi contro il tetto del 3%, dovrebbero prendere in considerazione quella proposta.

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