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QUELLA FILA E TANTI RICORDI

 

pubblicato da NAPOLI.COM in data 14. Gennaio,2014

L’adolescenza di quelli nati nell’immediato dopoguerra, per di più in una città martire della guerra come Napoli, ha fissato alcuni simboli che, difficilmente, si riescono a rimuovere anche a distanza di oltre cinquant’anni. Ovviamente tali simboli sono tanto più numerosi in ragione di quanto e come chi li rievoca abbia vissuto i suoi giovani anni e la sua città.

All’angolo della strada, praticamente di ciascuna strada, una sorta di banchetto (“bancariello”) indicava la presenza delle sigarette di contrabbando, le “americane”. Il “bancariello” era presidiato, in genere, da una donna che, spesso, tirava fuori il pacchetto delle bionde dal seno. Quando cominciai a fumare quel pacchetto, talvolta, era caldo circostanza che dava File in epoche diverse: in alto dopo guerra in basso terzo millennioorigine, fra noi, a salaci battute.

Poi le “signorine” (le prostitute o puttane il termine soft di escort non era ancora stato inventato) che all’imbrunire, e non solo, anch’esse presidiavano gli angoli delle strade del centro, dove finivano i “quartieri”, della marina con i suoi palazzi ancora pericolanti e le mura tenute su dai barbacane, e poi, anche a Santa Lucia con i suoi night club, fra cui il famoso Trocadero, e il ristorante California dove mangiava Lucky Luciano e, poi, l'Harris Bar, dietro l'Excelsior, dove si ubriacava Ernest Hemigway. In periferia, ricordando che viale Elena, non ancora Gramsci, era la fine di Chiaia e a Fuorigrotta, all’altezza della Mostra d’Oltremare, iniziava la Domiziana, il collegamento stradale per Roma, il cui inizio, dall’imbrunire, era una vera vetrina del sesso a pagamento.

Poi c’era il “montone”. Si trattava di un accavallamento informe di persone attaccate ai tram o ai bus (auto e filo), quindi al di fuori delle porte che restavano aperte, perché i “mezzi” a Napoli sono stati e sono sempre  pieni, rari e in ritardo.

Sostanzialmente “bancarielli”, “signorine” e “montoni” non si vedono più come suddetto, ma qualcosa ha evocato questi ricordi ed è stata un’allucinante fila fuori, cioè prima di entrare,  un ufficio, uno dei tanti, delle Poste Italiane.

Questa fila ordinata, silenziosa, rassegnata mi ha ricordato quelle file per l’acquisto del pane di quel lontano periodo.

Ma allora tutti si consolavano sperando in un futuro migliore.       

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