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QUELL’OCCASIONE MANCATA: MA SOLO AD ALCUNI

San Carlo Napoli

 

b2ap3_thumbnail_Napoli-com.jpgpubblicato da il12.10.2013

 

 

Alla fine è saltata, nel senso che non si è tenuta, la prima al San Carlo con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

L’astensione dal lavoro del personale del teatro ha prevalso anche sull’appello nientemeno che del poco noto ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Massimo Bray.

Il filosofo Biagio De Giovanni ha, purtroppo, commentato che la città ha perso un’occasione.

Ma, come sempre, c’è anche un altro punto di vista....

Chi può affermare con certezza che la città ha perso un’occasione ma che, invece, Napoli, proprio nel momento delle perenni celebrazioni delle quattro giornate, si è ribellata alla suo eterno stato di sola rappresentazione oleografica.

A causa di una dilettantesca, a dire poco, conduzione politica degli enti locali e regionali, né sottovalutando o tacendo gli errori del passato, la città e i suoi cittadini sono avviliti dai problemi dei rifiuti urbani, dai rifiuti tossici interrati con complicità diffuse, dal collasso dei trasporti su terra, su ferro e marittimi, dall’amenità del tribunale di Ischia che si sposta ad Aversa (ma qualcuno ha mai percorso Ischia Aversa?), dal crollo della Riviera, dal colpevole abbandono della villa comunale, dalle ZTL che compaiono e scompaiono, dal lungomare che si libera e si rioccupa, dalla disoccupazione giovanile che è a livello di sommossa, da cortei, blocchi stradali, ferroviari e marittimi che feriscono la città pressoché quotidianamente e, nientemeno, il non svolgimento di una “soirée” teatrale fa parlare di un’occasione mancata. Ma siamo seri.

Il Presidente NapolitanoSi è fatto sentire autorevolmente anche il sindaco Luigi De Magistris “Il Presidente Napolitano avrebbe voluto ascoltare, lui è molto attento e si è rammaricato della cancellazione del concerto".

E ci mancherebbe gli hanno “scippato” (traggo dallo Zappatore) una “felicissima sera a tutte 'sti signure 'ncravattate  e a chesta cummitiva accussi allera d'uommene scicche e femmene pittate”, per di più con tanto di inno nazionale.

Lui che quando è a Napoli risiede, come peraltro i suoi predecessori, nella residenza “semplice” di Villa Rosebery che, con il Colle e Castelporziano, dà lavoro a circa 2.158 persone, e da noi si muove al di là e al di sopra dei problemi, scortato, portato in percorsi liberi e protetti anche solo per sorbire un caffè a “Largo di Palazzo”.

Se il Presidente avesse a cuore, come dice a parole, la situazione di Napoli e non solo quella di pilotare la formazione dei governi nazionali, da napoletano, sposterebbe il suo ufficio di presidente da Roma a Napoli.

Questo sarebbe, come si dice, un segnale forte.

Ma questo non avverrà perché (traggo da Napule E) “Napule è 'na carta sporca e nisciuno se ne importa”.

Così vista e considerata la situazione politica nazionale e la stessa pochezza della classe dirigente locale che, in una recente intervista al “IL MATTINO”, addirittura l’avvocato Alfredo Romeo definisce incompetente e senza visione strategica sono pessimista in generale sul futuro di quella che fu la “Capitale del Regno”.

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