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QUELLA FOTO DEI COMMERCIANTI DELLA GALLERIA CHE DIVENTA SIMBOLO

Si sa come le fotografie possano cogliere il “senso” di un momento. Accadde con quella di Alfred Eisenstaedt pubblicata nel 1945 su LIFE in cui un marinaio (Glenn McDiffie) baciava una donna: la foto divenne l’icona della fine della seconda guerra mondiale. Anche quella di Paolo Pedrizzetti del 1977, in cui un giovane (Giuseppe Memeo) punta una pistola contro la polizia durante una manifestazione di protesta, è assurta a simbolo degli anni di piombo.... CONTINUA

A Napoli il crollo di parte della facciata antistante via Toledo della galleria Umberto I, che ha provocato la tragica morte di un ragazzo giovanissimo Salvatore Giordano, e che ha determinato Eisenstaedt, Pedrizzetti e Galleria Umberto I-Napolianche, com’è ovvio, la chiusura dello spazio commerciale in essa compreso, viene oggi associata ad una fotografia di operatori economici della galleria ripresi in ginocchio, istantanea, che, tragicamente, coglie il “senso” di una città oramai in ginocchio.

Se si ha senso politico e si conosce, quindi, il senso della cosiddetta  “continuità amministrativa”, l’attuale governo della città deve assumersi in pieno, senza se e senza ma, le sue responsabilità. Certo può spalmarle  a ritroso invocando come attenuanti inefficienze del passato che, peraltro, nessuno nega che possano esserci state, ma allo stato tocca a questa amministrazione l’amaro calice delle responsabilità.

E questo appare tragicamente più vero considerando che l’attuale amministrazione non ha intrapreso, in alcuna direzione, una opera di risanamento degna di questo nome, con cui, peraltro, si era candidata ed aveva vinto le elezioni amministrative.

Contrapposto alla Corte dei Conti in tema di bilancio, ingabbiato nella vicenda rifiuti che appare sempre più un vicolo cieco e un divoratore di risorse, dimentico del vero mandato di un Municipio che dovrebbe essere presente proprio alla sicurezza degli edifici, delle strade e delle scuole, il comune, invece, appare come distolto dall’ebbrezza dei grandi eventi e dal volere stupire a tutti i costi, come con la chiusura del lungomare e dei megagalattici progetti di risistemazione urbana ad essa connessi, mentre la Galleria Vittoria viene giudicata un’insostenibile sorta di “canna fumaria”.

L’amministrazione è lontana e assente dagli interessi dei cittadini e in altre faccende affaccendata, ecco perché quella foto dei negozianti in ginocchio del centro commerciale della Galleria Umberto esprime il simbolismo che è propria di certe foto come quelle, appunto, di Eisenstaedt e di Pedrizzetti.

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