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IL CASO DEI GEMELLI DI ROMA E I DOVERI DEL GENETISTA

Pubblicato da IL MATTINO 14 Agosto 2014

L'abate Joseph Antoine Tousaint Dinouart (1716-1786), ecclesiastico mondano, ha scritto, tra l'altro, un libro di straordinaria modernità intitolato "L'arte del tacere" … «Il primo grado della saggezza è sapere tacere; il secondo è saper parlare poco e moderarsi nel discorso ....».Nei sempre più frequenti casi di diagnosi prenatale ( villo e/o amniocentesi) cui si sottopongono le coppie non risulta che si vada oltre l’accertamento dell’esistenza di patologie genetiche del prodotto del concepimento e che, in tali occasioni, il genetista indaghi, senza consenso, su un’eventuale possibile intromissione di un estraneo alla coppia nel concepimento.... CONTINUA

 

Ciò detto, ma per caso le Linee Guida delle procedure, che certamente sovraintendono la procreazione medicalmente assistita, prevedono anche di verificare appunto la compatibilità genetica tra il prodotto del concepimento e la coppia, e, per di più, in corso del terzo mese di gravidanza?

In caso affermativo la cosa parrebbe straordinaria sia considerando che la provetta è, o dovrebbe essere, “seme garantito”, fin dall’origine “controllato” dalle “procedure delle tecniche”, sia perché, se le stesse linee prevedessero “bizzarramente” l’incombenza (al terzo mese) di stabilire la eventuale incompatibilità, ammetterebbero, e non tanto indirettamente, la fallibilità, e quindi l’inutilità, delle stesse cioè l’inammissibile.

E, qualora lo prevedano, cosa prescrivono in un caso di rinvenimento incompatibilità genetica, tra il prodotto del concepimento e la coppia per di più al terzo mese di gravidanza?

Visto lo straordinario stallo operativo che ne è conseguito e ne consegue le linee guida non devono prevedere una tale possibilità.

Nel nostro Paese tutto può essere e accadere ma, se così fosse, cioè prevedere qualcosa senza una soluzione parrebbe degno di un capitolo a parte di un trattato di Psichiatria.

Si apre logicamente anche un secondo scenario.

Nel caso degli ormai, purtroppo, famosi gemelli di Roma, e non Romolo e Remo, ma quelli SILENZIOdell’ospedale Pertini, il preposto ad effettuare il test genetico, per rilevare eventuali malattie genetiche nella vita, nel frattempo annidatasi, ha rispettato il suo mandato o, è andato oltre lo stesso identificando, in proprio o richiesto, il risultato dell’incompatibilità e per di più svelandolo?

In altri termini rivelando quella, eventualmente non dovuta, incompatibilità genetica, si è avuto, o meno, un “vulnus” della privacy della coppia e del nascituro?

Al di fuori delle linee guida, l’analista, purtroppo, ha dimostrato, al di là di eventuali negligenze, una sua personale inadeguatezza al ruolo delicatissimo, cui superficialmente è stato probabilmente destinato, appalesando anche, al di là di capacità biotecnologiche, una sua certa generica insensibilità morale ed intellettuale che, invece, parrebbe necessaria nelle scelte difficili e ha fatto solo del male ad altri senza riceverne un vantaggio, come nelle leggi fondamentali della stupidità dettate da Carlo M. Cipolla.

 

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