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SPIGOLANDO TRA I CONCORSI UNIVERSITARI DI ABILITAZIONE

I concorsi universitari sono stati, storicamente, sempre almeno “chiacchierati”, se non, addirittura, oggetto di ricorsi e vicende giudiziarie che non hanno risparmiato nomi importanti come quello del figlio dell’attuale Presidente della Repubblica.

Ovviamente l’enfasi di queste vicende col tempo si è andata progressivamente amplificando per la straripante attività dei media, della rete e per il fatto che, a torto o a ragione, il mondo accademico è tout court messo all’indice.

L’ultima tornata, quella delle idoneità, si badi solo idoneità e quindi non “occupazione” di posto ma solo potenzialità a ricoprirlo, è stata “schioppettante”.... CONTINUA 

Ha aperto le danze, per cosi’ dire, la bocciatura per l’abilitazione a professore associato di politica economica situazione di Filippo Taddei, consigliere economico del premier Matteo Renzi. Risultato definito “imbarazzante” dallo stesso Taddei. Il titolo di Assistant Professor of Economics alla Johns Hopkins University School of Advanced International Studies (SAIS) non è risultato cruciale per la commissione che lo ha giudicato unanimamente non idoneo “per non superare la soglia prevista”.

Sempre in ambito dei raggruppamenti concorsuali di economia, sempre a questa abilitazione, risultano bocciati, senza neppure essere consiglieri politici, anche Mark Dincecco della University of Michigan, Alessandro Nuvolari della Sant’Anna di Pisa e Giovanni Vecchi dell’Università romana di Tor Vergata,.

Per questi, però, si è avuto un fatto nuovo, non verificatosi per Taddei, e non mai in precedenza, almeno ufficialmente.

C’è stata una lettera di protesta nientemeno al governo firmata da docenti ed economisti americani e inglesi, fra cui il Nobel Douglass North, e, inoltre, dal professore Stephen Broadberry di storia economica alla London School of Economics, da Jeffrey Williamson, già capo del dipartimento di Economia ad Harvard, dai docenti Jane Humphries e Kevin O’Rourke della Oxford University.

Da noi c’è stata una presa di posizione, su lavoce.info, di Pierangelo Toninelli, Gianni Toniolo e Vera Zamagni molti critici sia con la commissione che con i criteri.

Ma il risultato più devastante è quello che ha visto coinvolta la commissione che ha bocciato Simonetta Bartolini BARTOLINI Simonettaall’abilitazione nazionale per il ruolo di professore universitario del ruolo associato in materie letterarie. Nei giudizi può leggersi desolatamente “Come studiosa, presenta un profilo marcatamente militante, orientato sulle tesi del revisionismo storiografico, e impegnato in un tentativo di rivalutazione di autori rivendicati dalla destra politica”.

Quindi una studiosa e anche impegnata ma ideologicamente “diversa”.

Parafrasando Levi se questa è l’Università. E c’è ancora chi si meraviglia del ruolo secondario che l’Università ha nella società.

Della commissione faceva parte Mario Sechi, non il giornalista, ma il meno noto Professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea alla Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Bari, “la cui fama scientifica ha raggiunto gli angoli più remoti del mondo”, che ha poi intrattenuto una “corrispondenza” seriosa ed esilarante con i giornalisti del Corriere della Sera PierLuigi Battista e Dino Messina che avevano rivelato la faccenda.

Ça va sans dire.

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