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TIFOSO ACCADEMICO MA CHE MAI TI HA FATTO “RAFA” BENITEZ?

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b2ap3_thumbnail_Napoli-com.jpgPubblicato da il 14-06-2013

Scrive molto, e di tutto, il vicepresidente della giunta della regione Campania e già rettore dell’Università degli Studi di Napoli.

Scrive spesso di calcio, anche bene, appare arguto, presente sull’ argomento, conciso, spesso ironico. Quando, appunto, Guido Trombettiscrive di calcio, l'ha fatto e lo fa, nientemeno che come, “tifoso accademico” un simpatico “nick name” appioppatogli  dal Corriere del Mezzogiorno e, in un certo qual modo, entrato nel gergo, scritto e parlato.

Quando si scrive tanto, e su tanti argomenti, certamente, com’è umano, non tutti i “pezzi” riescono sempre bene. La creatività non si comanda, la musa deve cantare dicevano i classici e non canta a comando se non nella poesia cortigiana.

Il suo ultimo articolo, postato sul blog di Toni Iavarone, non appare dei più riusciti e, conoscendolo, non sembra nemmeno scritto da lui. Escludendo che sia un plagio, o che “il tifoso accademico” abbia commissionato il pezzo, per poi solo correggerlo, come nelle antiche “botteghe” d’arte di pittura e scultura, si deve concludere che quest’ultimo articolo è solo riuscito non tanto bene, forse perché troppo sollecitato e, come tale, scritto distrattamente, tanto per non deludere chi, forse, lo pressava: “ibam forte via sacra……” (Orazio Satira I, 9).

Arriva a Napoli, da mai, un allenatore già “vincente”, che non significa che vincerà anche qui, ma che ha vinto dove è andato ed ha vinto in Europa, nei campionati che vanno per la maggiore. Non si era mai verificato, qual cosina, nel calcio d’altri tempi, avevano vinto mister Garbutt e Monzeglio. Poi sempre roba de "noi atri", sempre "coach" popolari e, se bravini, subito via.

Le grandi squadre del nord, invece, avevano sempre grandi allenatori, allenatori vincenti che ci intimorivano anche da loro Rafa Benitezsoli (Herrera, Viani, Rocco). Oggi il Napoli e il presidente si danno quest’opportunità e il “tifoso accademico” lo accoglie con una frase da non credere: “Mister? Macché, per me Benitez è un 'monsù travet'”. Quando arrivò il Mazzarri nessuno ebbe a ridere del suo apparire come un “cafone vestito a festa”, della sua criniera di capelli solo recentemente addomesticata da un bravo “friseur”, e nemmeno de "... la favella toscana, ch'è si sciocca/ nel manzonismo de gli stenterelli", per non dire del suo trascorso calcistico provinciale. Arriva “Rafa”, che ha vinto, che parla le lingue, a napoli una rarità anche nell'accademia, ed ecco che l’accoglienza "Benitez non è l'allenatore dei sogni, mi sembra più un umile impiegato. Non farà miracoli".

Non una parola dell’aria nuova che si respira interno alla società, sul fatto che non si parla più dei modesti Bianchi, Floccari o Mesto ma di Edin Dzeko El Shaarawy e Martens, per tacere delle richieste di amichevoli internazionali.  

Perché poi il paragone con gli impiegati (peraltro umili) è difficile dire visto che da rettore e, oggi, da politico ha avuto ed ha motivo di collaborarci.

Un articolo poco felice non nel suo stile.

La parola, una volta pronunciata, non può tornare indietro (Orazio in Ars poetica, 390 Nescit vox missa reverti). E allora?

All’indomani il tifoso accademico Trombetti si offre: "Farò da Cicerone a Benitez".

E’ lo scatto di reni del politico intelligente, ma “suono dal sen fuggito più richiamar non posso”. 

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