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C’E’ UN QUORUM PER LE ELEZIONI NAZIONALI E LOCALI?

Oramai è chiaro che il partito di maggioranza è rappresentato da quello dell’astensionismo.

Si tratta di sfumature considerare quello che accada al nord, al centro o al sud e nelle isole, sia si tratti di elezioni politiche nazionali o politiche locali, queste ultime solo chi perde chiama poi amministrative. Peggio dei valori assoluti, peraltro di per se impressionanti, c’è la tendenza, in senso statistico, che vede nelle ultime tre tornate amministrative l’astensionismo in concreto raddoppiare e scendere chiaramente sotto la fatidica soglia del cinquanta per cento. E’ questo il più indicativo e serio j’accuse che il “popolo sovrano” fa ai partiti e al loro modo di fare politica, alla loro mancanza d’idee al loro non risolvere istanze e, quindi, allo loro mancanza di attrazione...

In termini di legalità istituzionale a chi spetta stabilire se esiste una soglia e in caso 

Solitudineaffermativo qual è la percentuale minima di votanti perché una determinata elezione si possa considerare valida. Se istituzionalmente, invece, non c’è questa soglia, mantenendosi questa “tendenza”, è proponibile, accettabile e, in ultima analisi democratico, che istituzioni locali e nazionali entro breve tempo saranno espresse e ostaggio di un’oligarchia sempre più ristretta di esercitanti il diritto del voto.

In termini matematici e provocatori ne basterebbe anche solo uno?

Infine, e in conclusione, che senso ha sbandierare una vittoria del sessanta, settanta per cento (relativo) se, in termini referendari, per la percentuale dei votanti, non si sarebbe raggiunto il quorum?

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