Ad Aprile l’amministrazione comunale di Napoli ha revocato la cittadinanza onoraria, e richiesto la rimozione del suo busto dal salone di ingresso della Camera di Commercio di Napoli, al generale dell’esercito piemontese Enrico Cialdini, tristemente noto per il feroce massacro nel 1861 delle popolazioni di Casalduni e Pontelandolfo, due paesi del Beneventano, come rappresaglia nei confronti dei “cosiddetti” briganti nell’Italia post unitaria.
I media napoletani sono tutti impegnati, con varie angolazioni di giudizio, sulla stucchevole vicenda che i calciatori, della vecchia società di calcio Napoli, nel trentennale della ricorrenza del conseguimento del primo titolo di campione d’Italia, unitamente ad alcuni estranei ma facenti parte del così detto “tifo organizzato” non abbiano ricevuto l’attenzione da loro desiderata e, forse, dovuta.
I media di casa nostra ovviamente si trastullano e si perdono in questo gioco oleografico tralasciando fatti più seri che, invece, forse, meriterebbero più attenzione se fossimo quello che non siamo....
Sono in corso di svolgimento le “primarie” di quello che fu il PD, l’ultima rappresentazione politica del grande partito della sinistra italiana, di quello che orgogliosamente i “compagni” chiamavano il più grande partito comunista dell’occidente.
Roba del…secolo scorso.
L'ex Presidente del Consiglio Romano Prodi, a tre giorni dal voto referendario ha sentito (lui) il dovere di esternare il suo pensiero affermando “Sento il dovere di rendere pubblico il mio Sì, anche se la riforma non ha profondità necessaria”.
Si tratta di un atteggiamento, a dire poco, "contorto" sia per il fatto che l’esternazione non “parrebbe” richiesta, sia perché obiettivamente nessuno, in questa lunga campagna referendaria, ha sentito la mancanza della sua opinione sia, ma soprattutto, per la motivazione.
Questa “chicca” è separabile in due parti.....
«Il mio è un sì problematico, autonomo, con argomentazioni che non sono le stesse di quelle che leggo a favore del si»….