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A PROPOSITO DELLA PROPOSTA DI CECILE KYENGE … SERENAMENTE

In questo Blog é stato già sottolineato come quello di Letta venga dai più ritenuto, per inattività, uno dei peggiori governi della Repubblica di ogni tempo.

E’ di oggi la dichiarazione di Matteo Renzi che, appunto, vede come tempo perso quello dei dieci mesi trascorsi dal governo.

Non solo. Taluni componenti del governo stesso appaiono giorno dopo giorno sempre più “inadeguati”, con un crescendo musicale, e grazie ad una straordinaria creatività, spesso Sartori Giovanniprovinciale nella peggiore accezione del termine.

Uno di questi è certamente la ministro Cécile Kyenge recentemente “duramente” attaccata dalla Lega.

Va, tuttavia, ricordato che la stessa era già stata “articolatamente” criticata da Giovanni Sartori cui, certamente, non vanno attribuite atteggiamenti “leghisti”, quando aveva scritto, in tempi non sospetti, il 17 luglio 2013, non proprio sulla Padania, ma sul Corriere della Sera “TERZOMONDISMO IN SALSA ITALICA Immigrati, un dibattito in salsa italica”, fortemente critico sul programma del ministro, acriticamente, invece, fatto proprio dal governo, o, almeno, dallo stesso non sconfessato, individualmente o collegialmente.

Oggi su Il Giornale del 16 Gennaio 2014 Marcello Veneziani  scrive, da par suo, un “forte” articolo di critica sul ministro facendola rientrare in quella categoria sempre più presente di coloro che sono “lì per meriti misteriosi” e che di seguito riporto….


Il colore delle critiche

Non so se la Kyenge sia contestata dai leghisti perché è negra. Ma so che la Kyenge è ministro solo perché è nera.

Non ha alcun titolo e competenza per occuparsi di immigrazione, non è neanche una figura di spicco diventata ministro per la sua carriera politica.

È lì solo perché è nera. Non dico che sia l'eccezione del governo, anzi la pecora nera, perché mezzo governo, di oggi come quelli di ieri, è lì per meriti misteriosi. Penso che i leghisti e le destre abbiano tutto il diritto di contestare la sua politica dell'immigrazione perché lei non si pone dal punto di vista dell'Italia, ma dei migranti. Questo non c'entra un tubo col razzismo. Se il discorso si sposta sul piano personale, Cécile Kyenge è una persona gradevole, colta, anzi troppo colta per rappresentare davvero la massa degli immigrati e sicuramente più colta e civile di molti esponenti leghisti. Reagisce in modo composto e accorto agli attacchi, sa che per lei nera funziona da dio essere contestata, meglio se in modo rozzo, e rispondere con garbo. Il nodo è qui: contestare il suo ruolo pubblico, ma rispettare la sua persona, come ogni persona, anzi nel suo caso di più e non perché nera ma perché educata.

E tener fuori ogni discorso di razza, colore e zoologia. Amerei vivere in un Paese dove il colore della pelle non è motivo di discriminazione né di carriera, dove provenire dal Congo non è titolo di colpa né di merito e dove un ministro ha come priorità l'interesse generale del mio Paese e degli italiani. Non dei padani, degli italiani.

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