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E ‘L MODO ANCOR M’OFFENDE

Enrico Letta oggi, obiettivamente, appare più simpatico di quanto fosse quando fu “nominato”, in modo tutto speciale, capo dell’esecutivo dal Capo dello Stato, risultati vani gli sforzi di Bersani, capo della coalizione che aveva vinto le elezioni.

Sia chiaro quella nomina era stata patologica nella misura in cui lo era stata quella che aveva visto, nella precedente legislazione, diventare capo del governo Mario Monti, con la Fornero e gli esodati, Di Paola e i Marò, Balduzzi e il suo ennesimo inutile, burocratico decreto sulla sanità.

Parafrasando Manzoni così vanno le cose con Giorgio Napolitano.... CONTINUA 

E’ accaduto, poi, che elezioni, per così dire private, cioè le primarie del PD, abbiano visto vincere Matteo Renzi e che questi sia diventato segretario del partito politico PD. E’ accaduto LETTA Enricocosì che Giorgio Napolitano, non contento delle due precedenti perfomance, Monti e Letta, ne abbia organizzata addirittura una terza portando a capo del governo Matteo Renzi, facente funzioni di sindaco di Firenze  e momentaneo segretario del PD.

Non è che Letta avesse demeritato o comunque fatto peggio del più gettonato e sobrio Mario Monti e nonostante che il segretario del suo stesso partito continuasse a dirgli “tranquillo” perché lui avrebbe voluto si il premierato ma solo dopo elezioni.

E, invece, come detto, sotto l’alta regia, Renzi sostituisce Letta senza giusta causa, ma, piuttosto, in modo arrogante.

Dante, nella Divina Commedia, nell’inferno, nel Canto V, vv 100-107, propone con Paolo e Francesca una delle cose più alte che l’uomo abbia creato nella Poesia:

Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,

prese costui de la bella persona

che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.

Amor, ch’a nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m’abbandona.

Amor condusse noi ad una morte.

Caina attende chi a vita ci spense".

Tra l’altro il Poeta esprime il concetto “e 'l modo ancor m'offende” che, ancorché avulso dal contesto amoroso di Paolo e Francesca, mantiene infinito il suo grande significato universale, condensando in poche sillabe, o parole che si voglia, la volgarità di un metodo.

Enrico Letta venne fatto fuori nello scenario di un’operazione dalle tenebrose tinta di un quadro di Rembrandt, molto nero, poca luce.

Enrico Letta, così. esce di scena ma con dignità, una dignità di altri tempi, non ci sono proteste, non ci sono dichiarazioni, conferenze stampa.

Un silenzio assordante, se ne perdono le tracce, le uniche immagini sono quelle di un uomo a spasso per Roma con i figli apparentemente lontano dalla politica.

Sarà vero? Non credo. Troppo giovane, troppo capace, troppo introdotto, troppo tutto per dedicarsi ad accudire , non so, i bisogni del cane, ammesso che l’abbia.

Enrico Letta, l’unico a non avere né chiesto né indossato “ ‘a maglia”  del segretario Pd, è stato, recentemente, fatto oggetto, pare su costruzione Bersaniana, della possibilità che potesse occupare una delle tre poltrone all’Unione Europea. E Renzi glaciale “Il nome di Letta non è stato mai fatto né negli incontri ufficiali, né nei pour parler”.

Che gli ha fatto Letta?

Nel PD ci sono anime diverse e se quella “ostile” a Renzi, già non troppo piccola, diventa “massa critica”, per Matteo non c’è toscaneggiare che basti... “Caina attende chi a vita ci spense” chiude l’episodio di Paolo e Francesca.

 

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