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ENTEBBE: OPERAZIONE THUNDERBOLT

Nella notte tra il 3 e il 4 di Luglio cade l'anniversario dell’ "Operation Thunderbolt" cioè l’operazione “fulmine” che, già in origine, voleva significare all’insegna della rapidità.

 Entebbe è una città dell'Uganda prossima all'equatore posta ad un'altitudine di 1146 metri sul livello del mare. Si trova su una penisola della costa settentrionale del Lago Vittoria, a 35 km a sudovest della capitale Kampala, e ospita il più grande aeroporto del paese, l'”Entebbe International Airport”.

 Il 27 giugno 1976, il volo 139 dell'Air France diretto a Parigi, dall'aeroporto di Atene e proveniente da Tel Aviv venne dirottato da quattro militanti del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina unitamente a due adepti tedeschi.

Dopo una sosta a Bengasi (Libia) l'aereo si diresse e atterrò alle 03:15 del 28 giugno ad Entebbe, appunto all'Entebbe International Airport, con l’appoggio di Idi Amin Dada, un dittatorello sanguinario, che fu presidente dell'Uganda dal 1971 al 1979. Ai dirottatori si aggiunsero altri tre elementi. Il gruppo era guidato da Wilfred Böse...

 

I dirottatori rilasciarono la maggior parte degli ostaggi e trattennero solo i cittadini israeliani o comunque ebrei, che minacciarono di uccidere se non fossero stati liberati 40 palestinesi detenuti in Israele, oltre ad altri 13 che si trovavano costretti nelle prigioni di Kenya, Francia, Svizzera e Germania.

Il governo di Israele rifiutò di negoziare con i dirottatori e lasciato solo, come tante altre volte, organizzò, a sua volta, un raid militare per salvare gli ostaggi.

Questo raid, in codice "Operation Thunderbolt", ebbe luogo nella notte, appunto, tra il 3 luglio ed il 4 luglio 1976 con Netanyahu Yonatan Yonil’appoggio solo logistico del Kenya.

Gli Israeliani atterrarono con quattro aerei da trasporto C-130 Hercules ottimi aerei se non i migliori (per comprare questi ottimi aerei in Italia negli anni settanta ci fu il famoso scandalo Lockheed forse la prima tangente…accertata) al comando della “task force” c’era il  colonnello Jonathan (Yoni) Netanyahu.

Il raid israeliano fu fulmineo e praticamente perfetto nella tattica e nella strategia, durò all’incirca appena trenta minuti. I sei dirottatori vennero uccisi, e dei 103 ostaggi ne morirono solo tre.

Il comandante dell’operazione il colonnello Yonatan "Yoni" Netanyahu, fratello del futuro leader del Likud e attuale primo ministro Benjamin Netanyahu, fu l’unico morto israeliano.

 L’"Operation Thunderbolt" divenne così "Operation Yonatan".

 

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