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ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA NELLA QUESTIONE MERIDIONALE E’ “DI PARTE”

Ernesto Galli della Loggia (1942) è professore universitario, prima a Roma poi a Perugia e poi, ancora più a nord, a Milano, storico e giornalista italiano, editorialista del Corriere della sera.

Apoditticamente, scrive, sul Corriere del Mezzogiorno del 05.Marzo.2014, «Sbaglia chi pensa che il ritardo del Sud sia dovuto all'Unità d'Italia».

Galli Della Loggia non è mai intervenuto, almeno recentemente nella edizione napoletana del Corriere della Sera...

Forse, questo suo intervento può significare non tanto una “diversa” attenzione del giornale madre, nonché degli interessi che porta, ai problemi del mezzogiorno, ma una sorta di messa in mora degli stessi, fino a oggi, peraltro, sempre ben analizzati anche, e non poco criticamente, da Marco De Marco.

Da dove cominciare? Ovviamente dal nervo scoperto post unitario e prefascista «Sbaglia chi pensa che il ritardo del Sud sia dovuto all'Unità d'Italia», accodandosi così non solo di maniera ad una storiografia “cortigiana” ma anche nella più classica “excusatio non petita accusatio manifesta”.

I ritardi “antichi”, invece, sono cominciati proprio lì come in uno studio, riportato anche dal Sole 24Ore del 30 giugno 2012, Collet Stephanie Stéphanie Collet, storica della finanza della Université Libre de Bruxelles, acutamente nota che il Regno di Napoli, annesso militarmente dal Piemonte, economicamente era per l'Italia quello che è oggi la Germania per l'Eurozona.

Nello studio emerge, infatti, che se si esamina lo spread tra i rendimenti dei diversi gruppi di bond prima l'Unità si osserva che quelli del Regno delle Due Sicilie (che erano un quarto del totale) prima del 1861 pagavano i tassi più bassi: 4,3%, 140 punti base in meno delle emissioni papali e di quelle piemontesi (che rappresentavano rispettivamente il 29% e il 44% del debito unitario dopo la conversione) e 160 in meno rispetto a quelle Lombardo-Venete (che però erano solo il 2%).

Fu proprio quindi l’integrazione del debito sovrano (cioè dell’Italia unita) a fare sprofondare quello che era stato il Regno delle due Sicilie in Sud o Mezzogiorno che si voglia.

Acutamente ricorda la Collet “Considerazioni, queste, che faranno storcere il naso a molti, ma sicuramente non di parte”.

Giordano Bruno Guerri, storico senese, anticonformista, coraggioso autore del best seller “Il sangue del sud. Antistoria del risorgimento e del brigantaggio” edito da Mondadori, riflette, tra l’altro, al momento dell’Unità, gli italiani erano circa 22 milioni: nei cento anni successivi gli emigranti furono 14 milioni. Quasi il 70 per cento partiva dalle regioni meridionali, per sfuggire alle malattie e alla miseria, soprattutto la miseria.

C’è stato, poi, recentemente l’annessione del Banco di Napoli al San Paolo di Torino e in Campania si paga, vergognosamente, l’assicurazione auto più alta d’Italia. Ma questa è storia recente.

Una cosa è chiara su questa questione Galli Della Loggia è di parte.   

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