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IL CALO DEGLI ABBONAMENTI, IL SAN PAOLO E I DUE COMMEDIANTI

Lo  Stadio San Paolo di Napoli, inizialmente Stadio del Sole, progetto di Carlo Cocchia, iniziato nel 1948, venne inaugurato il 6 dicembre 1959, con la gara di campionato fra Napoli e Juventus (2-1). La struttura è costituita da due anelli. Da quello inferiore la visione eufemisticamente è pessima. Ma pochi sanno che il progetto originario prevedeva solo il secondo anello cioè da dove si vede bene.

In origine lo stadio arrivò a contenere, anche se non ufficialmente, 100.000 persone, rigorosamente in piedi, oggi secondo l'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive del Ministero dell'Interno al 6 agosto 2010 parrebbe abilitato a 60.240 spettatori.... CONTINUA

Quest'anno c'è stato il crollo degli abbonamenti che sono arrivati a circa 6.500. E' il dato più basso da quando c'è Attilio De Laurentiis al timone del Napoli che perde così altri tre milioni di Lo Stadio San Paolo e il grafico del caloricavi, e che, obiettivamente non è sintonico con i risultati di una squadra arrivata al terzo posto, che ha conquistato i preliminari della Champion e che pur non avendolo superato, disputa la Europe League.

Dai più questo dato viene interpretato come risposta ad una campagna rafforzamento estivo ritenuta inadeguata che pure è una verità e giustificherebbe il non acquisto, o quantomeno lo scarso acquisto, della produzione aziendale della società calcistica.

Premesso che la disaffezione alla squadra del cuore non può essere misurata ancora, e solo, con il numero di tessere di abbonamento dal momento che l’avvento della TV ha determinato quello che si chiama lo stadio “virtuale” che esplode in occasione del gol nelle strade e nei condomini, e che vede riuniti , spesso, amici nel conforto di una casa, di una poltrona o di un divano, con la possibilità del replay, e poi di un pranzo o di una cenetta senza dimenticare il bagno. Perché sotto questo punto di vista, a prescindere il fatto che nel primo anello non si vede niente, nel superiore spesso piove, mentre l’atmosfera generale del San Paolo, per quanto riguarda i confort, bagni compresi, è semplicemente da incubo. E poi il traffico, i parcheggi per non parlare dei mezzi pubblici e tacere della metropolitana e della cumana che, nelle partite notturne, alla fine della partita, non raramente si fanno trovare chiuse.

Il calo degli abbonati travalica, quindi, il fatto sportivo e la politica aziendale della società diventa un fatto di costume e politico che ha, invece, come scenario uno stadio fatiscente che nel 2018 compirà settant’anni, mai oggetto di reali lavori di adeguamento, tranne lo scandalo del terzo anello, e relativa pessima copertura, in occasione di Italia 90, tra i pochi in Europa e, probabilmente, nel Mondo a non avere cartelloni elettronici, e che ha la pretesa di disputare il massimo campionato italiano e partite di Champion e di Europa League.

La pantomima Sindaco De Magistris presidente del Napoli De Laurentiis per quanto concerne la convenzione, lavori, manutenzione, pagamenti, arretrati il “contenzioso” e quant’altro, ricadono nella tradizione della commedia dell’arte, “lo usate voi”, “si ma non è mio”, e la conclusione è come nelle gare di appalto “al massimo ribasso” e i risultati sono una vergogna, l’uno non “aliena” il bene all’altro sta bene e non minaccia nemmeno più come “nu uapp e cartone” lo stadio me lo costruisco altrove.

Ma d’altra parte in una città con le strade che si ritrova, il verde pubblico ridotto al deserto dell’Arizona e i palazzi che se ne cadono a pezzi perché mai dovrebbe avere uno avveniristico stadio di calcio?

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