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LE UOVA DEL DRAGO

“Le uova del drago” è un libro del raffinato Pietrangelo Buttafuoco in cui, in una storia ambientata in Sicilia durante lo sbarco alleato, la migliore spia tedesca, una donna, Eughenia Lenbach, selezionata direttamente da Hitler, dovrà, dopo la sconfitta, organizzare presso le giovani generazioni focolai di riscossa.... CONTINUA

Luigi Pintor (1925-2003), fondatore e ideatore del Manifesto, circa trent’anni fa, si inventò un memorabile titolo: “Non moriremo democristiani”.

Luigi Pintor era certamente un animale politico ma, purtroppo, in questa previsione si sbagliava: la Le uova del Drago LibroDC, come partito, è ufficialmente morta ma non i democristiani, quelli che al tempo delle elezioni della prima repubblica non si trovavano mai, nonostante i successi del partito.

Recentemente la prima a “recuperare” il concetto Pintoriano è stata la brava Luisella Costamagna (IL FATTO 26 maggio 2014 “Europee 2014, moriremo democristiani?”) alludendo al fatto che Renzi ha raccolto l’oceanico suffragio alle europee con lo slogan “Un referendum tra paura e speranza”: cioè sfruttando il democristiano argomento della paura, oggi quella del M5S, ieri quello dei bolscevichi che mangiavano i bambini. La Costamagna, amaramente conclude “Il nostro destino è morire democristiani”.

Successivamente anche Lucia Annunziata vede in Matteo Renzi un nuovo DC, (Huffington Post 1 Settembre 2014  “Ma Renzi è adatto a governare?”) più capace, “andreottinamente”, a generare potere che ad assumere le responsabilità di governo del paese in una crisi politico-istituzionale e morale senza precedenti. “Un premier decisamente messo al suo posto di ragazzino. E non solo dalla copertina dell'Economist.”

Giuliano Ferrara (IL FOGLIO 11 Settembre 2014) nell'articolo intitolato "L'erede", scrive: "Renzi sta costruendo una sinistra post-ideologica in una versione mai sperimentata in Italia”.

Ma perché Ferrara, fine intellettuale, usa il termine mai sperimentata?

Non si crederà che Ferrara non sappia o voglia ricordare almeno le esperienze di Occhetto, Veltroni e Prodi.

Non furono anche quelli tentativi di costruzione di una sinistra post-ideologica a ridosso e all’indomani della caduta del muro? Se si, com’è, dov’è la diversità renziana? E perché ha, effettivamente, ragione Ferrara?

Per Eugenio Scalfari (LA REPUBBLICA 14 Settembre 2014 "In casa Cupiello il presepio di Renzi piace a pochi") la “diversità” risiederebbe semplicemente nel fatto che nel PD che conta “non c'è un solo nome renzista che provenga dal Pci-Pds-Ds. Nessuno. Margherita rutelliana.”

Questo consente, anche, a Eugenio Scalfari di intravedere in Matteo Renzi un nuovo DC, come Luisella Costamagna, e, addirittura, un nuovo Andreotti “Se non è Andreotti, poco ci manca”, proprio come Lucia Annunziata.

Insomma come Eughenia Lenbach e le uova del drago….

 

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