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IL “CAUDILLO” E LA “FREEDOM OF THE PRESS”

Sinceramente non so se Alan Rusbridger, editore del “The Guardian”, il giornale filolaburista inglese, o, pure anche, Lionel Berber editore, a sua volta, del “Financial Times”, il principale giornale economico-finanziario del Regno Unito, nella eventualità di lasciare la guida del proprio giornale, “passare la mano” come si dice, si sarebbero mai espressi come, invece, ha fatto Ferruccio De Bortoli accomiatandosi dal pubblico dei lettori e dalla redazione del Corriere della Sera.

Nell’editoriale con cui ha salutato, infatti, De Bortoli scrive, fra l’altro, “…Del giovane caudillo Renzi, che dire? Un maleducato di talento. Il Corriere ha appoggiato le sue riforme economiche, utili al Paese, ma ha diffidato fortemente del suo modo di interpretare il potere. Disprezza le istituzioni e mal sopporta le critiche. Personalmente mi auguro che Mattarella non firmi l’ Italicum . Una legge sbagliata.  …. “.

Tornando alla premessa Alan Rusbridger o Lionel Berber si sarebbero mai espressi con tali toni nei confronti del primo ministro del Regno Unito David Cameron?

L’avrebbero fatto, se si, nell’editoriale di commiato o, piuttosto, nell’attività editoriale normale? E, in entrambi i casi, la cosa sarebbe restata a se stante o avrebbe comportato prese di posizione politiche, dibattiti, crisi?

Da noi l’editoriale di De Bortoli è caduto come un sasso neanche troppo grande nella palude, le acque si sono richiuse sopra e i commenti, come, i cerchi concentrici dell’acqua, si sono allargati sempre di più.

Allora l’editoriale di De Bortoli è stato sbagliato? Forse nei tempi ma i contenuti sono, da molti, condivisibili e condivisi. Il fatto sta che il mezzo la stampa e, in una certa Rusbridger, Berber e de-Bortolimisura i giornalisti, non sono, per così dire né “The Guardian” né, tantomeno il “Financial Times”, così come, forse, Ferruccio De Bortoli non ha l’impatto di Alan Rusbridger o di Lionel Berber.

Il sistema ha arruolato con il “finanziamento” la stampa e con essa gli autori che pertanto è difficile definire “libera” e “liberi” e, come tale, “credibile” e “credibili”.

Freedom House è una organizzazione non governativa internazionale, con sede a Washington, D.C., che conduce attività di ricerca e sensibilizzazione su democrazia, libertà politiche, e diritti umani. Freedom House pubblica un rapporto annuale Freedom of the Press circa, appunto, la libertà di stampa. I Paesi del mondo vengono divisi in liberi (63), parzialmente liberi (70) e  non liberi (64). Secondo il rapporto annuale Freedom of the Press del 2014 l’ Italia cade nei Paesi parzialmente liberi.

Questa potrebbe essere una spiegazione del perché l’editoriale di Ferruccio De Bortoli non ha avuto riscontro al di là dei suoi contenuti e della sua discutibile tempestività.

 

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