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IL TATUAGGIO PERMANENTE FRA INUTILITA’ E PERICOLO

I tatuaggi una volta dalle nostre parti, non molto tempo fa, erano rari a vedersi.

Quei pochi erano, in genere, appannaggio di marinai (lo aveva “braccio di ferro” (Popeye) fumetto creato da Elzie Crisler Segar) ed anche, si dice, di coloro che avevano avuto a che fare con l’ambiente della restrizione della libertà personale.

Il tatuaggio permanente è vietato dalla religione ebraica, musulmana e cattolica con Papa Adriano I nel 787 durante il Concilio di Nicea e tale veto venne ribadito da successive bolle papali.

Oggi il tatuaggio (il tatoo) sempre dalle nostre parti è invece diffusissimo come segno di deversità ma……

A forza di credersi tutti diversi sono diventati tutti uguali. Perché quel marchio inciso sulle chiappe e sui bicipiti è ormai il simbolo del Grande Conformismo.

Oltre a ciò lo sapevate che:

secondo il German Federal Institute for Risk Assessment di Berlino,dati   pubblicati LO SAPEVATE CHE I TATOOdalla prestigiosa rivista scientifica Lancet,  fino al 5% di chi si fa un tatuaggio contrae un'infezione batterica;

il 18% dei pigmenti secondo il riscontro indotto dal Ministero della salute è risultato “potenzialmente infetto”;

gli inchiostri per tatuaggi sono classificati alla stregua dei cosmetici, e quindi non richiedono i test a lungo termine perché in teoria sono utilizzati 'sopra' la pelle;

invece sono utilizzati ‘sotto’ la pelle poiché di fatto per tatuare si praticano delle microiniezioni;

in analogia ai farmaci, servirebbero regole strette sulla composizione dell'inchiostro e studi che ne determinino le possibili tossicità

che nulla si sa sulle conseguenze a lungo termine di questa pratica sulla salute?

E non c’è da riflettere neanche un poco?

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