Diciamo la verità non se l’aspettava nessuno che la strana coppia Alexis Tsipras e Yanis Varoufakis portasse alle estreme conseguenze le sue posizioni.

Tsipras e Varoufakis, levantini, con il loro modo comportamentale ampio e sfaccettato, appunto levantino, hanno introdotto nelle stanze asettiche del centro Europa, sede della famigerata troika, un’ aria diversa, antica, fatta di discussioni, di distinguo, di tesi, di antitesi, di sofismi, insomma di una metodologia di cui è impregnato il loro DNA ed hanno messo al tappeto, assistiti da Atena, i figli di Odino.

Ben altro della fanciullesca ipotesi di referendum euro-dracma....

Anche il coup de théâtre di abbandonare i lavori per richiedere al popolo greco un referendum popolare pone il tandem a livelli inimmaginabili per i modesti funzionari pseudopolitici di Bruxelles.

Qualunque sia l’esito il tandem ha vinto. Ha vinto in metodologia democratica sia che il popolo accetterà le condizioni di Bruxelles, sia che le rigetterà.

In questo secondo caso è Bruxelles che sarà nell’angolo perché dovrà dare via al Grexit, assumendosi la responsabilità, come già preannunciato, di mettere la Grecia nell’orbita Russo-Cinese, ovvero riformulare il debito che ha già rigettato nella versione minimale secondo le nuove richieste di Tsipras e Varoufakis.

La prima ipotesi appare molto preoccupante tanto che il presidente degli Stati Uniti ha fatto una telefonata certo non di cortesia prima ad Angela Merkel e poi anche a Francoise Hollande probabilmente per esprimere le sue preoccupazioni in considerazione degli attuali cattivi rapporti con la Russia ed il suo premier Putin.

L’inutilità politica attuale dell’Unione Europea viene dimostrata dal corollario che ne deriva: se la stessa riformulerà doverosamente ed auspicabilmente il debito Greco, nulla sarà più come prima, grazie al nuovo Temistocle da ora in poi basterà puntare i piedi per aggirare l’austerity.

Per cui il Parlamento europeo avrà di che lavorare e non pensare solo a prosciutti e formaggi.

PS. 

Grecia: D'Alema, Ue rischia sconfitta

30 giugno 2015

(ANSA) - ROMA, 30 GIU - "Non entro nel merito dei rischi economici" per l'Italia, "su questo sto alla parole del ministro dell'Economia, ma tutti noi europei rischiamo una drammatica sconfitta politica le cui conseguenze nessuno può calcolare". Lo sottolinea l'ex presidente del Consiglio Massimo D'Alema soffermandosi, al Tg3, sulla crisi della Grecia. Servirebbe "un atto lungimirante che introduca una proposta ragionevole e accettabile e perché anche la Grecia possa uscire a testa alta".