Una cosa mi infastidisce più di ogni altra e che, in una certa misura, addirittura mi offende è il “tentativo” di prendere in giro la mia intelligenza.

Il neo Capo dello Stato ha un curriculum, un cursus honorum di assoluto rispetto, ivi compresa la conoscenza della così detta “macchina dello stato”.

La domanda da farsi: questo è sufficiente per assurgere alla massima carica dello Stato?

In altri termini per fare politica e ricoprire cariche di straordinaria importanza collettiva è necessario avere un curriculum?.....

Se così fosse, fatte salve le immancabili, rare, eccezioni, il Parlamento sarebbe vuoto o, almeno, i suoi frequentatori potrebbero contarsi sulle dita di un grande invalido.

Così come corollario ci si dovrebbe chiedere come sia possibile che da questa “platea” un qualificato curriculum riesca a rastrellare 665 voti, che sfiorano i due terzi, e che sarebbero potuti essere molti di più se una parte politica non si fosse astenuta con il distinguo specioso fra “metodo” e “persona”.

Sono quindi “cortigiani” i titoli dei giornali che all’indomani oscillano tra l’ “autonomia”, la “non necessità di ringraziare” del neoeletto?.

Il risultato della votazione al momento dice solo che Sergio Mattarella non è estraneo alla ”casta” e che, addirittura, la stessa lo ritiene ad essa “funzionale” o, almeno, che possa esserlo, con buona approssimazione, ad un eventuale progetto in itinere o futuro, altrimenti l’eleggerlo sarebbe solo uno sciocco suicidio politico.

L’incognita però è rappresentata dal fatto che la storia insegna che le persone possono cambiare insediandosi al Quirinale.

E allora quelle dei giornali potrebbero essere non titoli “cortigiani” e di piaggeria ma solo delle invocazioni e degli auspici.